Libia, «vicina» la pace tra i governi rivali mentre l’Isis conquista le banche di Sirte

Di Redazione
14 Settembre 2015
L'inviato speciale dell'Onu, Léon, ha dichiarato il raggiungimento di un accordo tra le parti. Intanto l'Isis continua la sua conquista di parti del paese
U.N. envoy to the Libya talks, Bernardino Leon, gives a statement to journalists as Libyan peace talks resumed in Skhirat, Morocco, on Friday Aug. 28, 2015, although the Tripoli delegation was missing from these talks. Talks to form a national unity government in Libya moved forward Friday and the parties will reconvene next Thursday in Geneva to present their candidates for the prime minister and two deputies to lead the national unity government and get the war-torn country out of its crisis. (AP Photo/Paul Schemm)

I governi libici rivali di Tripoli e Tobruk hanno «superato le loro differenze» e sono pronti a firmare un accordo per formare un governo di unità nazionale entro il 20 settembre. È questo l’annuncio fatto ieri dall’inviato speciale dell’Onu Bernardino Léon (nella foto): «Abbiamo trovato un’intesa con tutte le parti-chiave coinvolte».

PROCESSO DI PACE. Una volta che i due Parlamenti avranno ratificato l’accordo, ma molti temono che la votazione di eventuali emendamenti possa ritardare ancora il processo di pace, verrà scelto tra i diversi candidati proposti un presidente, che sarà appoggiato da due vicepresidenti, uno designato da Tripoli e l’altro da Tobruk.

LOTTA ALL’ISIS. Tra gli obiettivi del governo, oltre alla ricostruzione politica del paese, ci sono la gestione della crisi dei migranti e la lotta contro lo Stato islamico, che nel frattempo ha conquistato diverse città libiche. Tra queste, Sirte, dove giovedì l’Isis ha occupato e chiuso tutte le banche della città.

BANCHE ISLAMICHE. Secondo fonti del Libya Herald, le banche non sono state rapinate, soprattutto perché le casse erano quasi vuote. Piuttosto, tutti i dipendenti degli istituti hanno ricevuto l’ordine di recarsi alla moschea principale della città di venerdì per pentirsi pubblicamente per aver commesso il reato di usura. Secondo la sharia, infatti, applicare tassi di interesse ai prestiti è equiparabile all’usura. La maggior parte dei dipendenti si è presentata in moschea. Le banche, è l’ordine dei terroristi, potranno riaprire solo quando funzioneranno secondo il sistema islamico.

Foto Ansa/Ap

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