L’imbroglio delle primarie del Pd, che travestono da voto popolare l’impossibile fusione tra Pci e Dc

Sono democratiche le primarie. Non è mai accaduto che una fusione di partiti avvenisse nella mimesi del corpo elettorale. In nessun paese è mai avvenuto questo, nessuna compagine politica in Europa ha mai organizzato elezioni primarie, salvo i socialisti spagnoli, per una volta sola e all’interno del partito stesso. Oggi in Italia, invece, accade questo, ma si tratta anche di qualcosa di più: del fatto appunto che la fusione di due partiti, i Democratici di Sinistra e i popolari della Margherita, viene presentata in una forma che imita il volto dei cittadini, però rivolgendosi solo ai propri militanti. Assomiglia a una consultazione popolare, invece si tratta di dare forma di elezioni da parte di militanti di sinistra e di centro alla loro semplice fusione.
Che cosa significa scegliere una mimesi del corpo elettorale (un atto incomparabile con le primarie che si svolgono in America, dove i due partiti repubblicano e democratico sono un’istituzione) per realizzare la fusione tra postcomunisti e democristiani di sinistra? Di per sé questa scelta dimostra già qualcosa di importante, ossia come sarebbe difficile immaginare i popolari e diessini che fondono la storia democristiana con quella comunista per mezzo di un congresso. Insomma, per mascherare l’assurdo che si nasconde dietro la fusione di democristiani e comunisti, si ricorre alla mimesi del corpo elettorale e si fa appello ai militanti dei partiti affinché partecipino all’incredibile evento. Si tratta dunque di un imbroglio, perché i due partiti non potrebbero in alcun modo fondersi se si ponessero come tali, ciascuno foriero di precise e differenti memorie storiche. Con le primarie del Partito democratico, invece, si trasforma la militanza dei partiti in cittadinanza che partecipa a un libero voto che nasconde la vera operazione: l’impossibile fusione tra Dc e Pci attraverso i loro eredi. Eppure Ds e Margherita avevano già fatto un mese di primarie, tre milioni di loro elettori avevano votato per Romano Prodi, poi Prodi vinse le elezioni politiche per un soffio e Silvio Berlusconi ottenne il suffragio di mezzo paese. Ora, però, il governo Prodi è sentito come una iattura da molto più di metà del paese, lo è soprattutto per l’elettorato di sinistra. Infatti le primarie di Walter Veltroni nascono per dire che occorre liberarsi di Prodi, nonostante le consultazioni che lo hanno designato. Un imbroglio non è democratico. Non si può nascondere la fusione tra democristiani e postcomunisti sostituendo i congressi e i tesserati con i loro militanti, chiamati come cittadini a scegliere un candidato unico, Veltroni, già designato dai partiti.
    bagetbozzo@ragionpolitica.it

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