L’impeachment contro Trump sarà un boomerang per i democratici

Di Leone Grotti
29 Settembre 2019
David Brooks, fortemente critico di Trump, spiega perché l'impeachment fa solo il suo gioco: «Il tema interessa a Twitter, non agli americani»
Donald Trump

La procedura di impeachment contro Donald Trump non solo non arriverà da nessuna parte, ma si trasformerà in un boomerang per i democratici. Lo scrive David Brooks sul New York Times, criticando la scelta annunciata martedì sera dal presidente della Camera statunitense, Nancy Pelosi, ed elencando i motivi per cui il tycoon saprà volgere l’accusa di «tradimento, corruzione e altri gravi crimini e misfatti» in proprio favore.

LA TELEFONATA INCRIMINATA

Tutto è iniziato il 12 agosto, quando un funzionario del governo ha presentato una denuncia formale contro Trump, accusandolo di aver fatto una promessa inopportuna a un leader straniero nel corso di una telefonata. La suddetta telefonata è quella che Trump fece il 25 luglio all’ex comico e oggi presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Dopo mesi di indagini e indiscrezioni, il Washington Post ha accusato Trump di aver proposto all’omologo ucraino uno scambio indecente: lo sblocco di aiuti militari all’Ucraina in cambio della riapertura di un’inchiesta sul figlio di Joe Biden. Biden, vicepresidente di Barack Obama, è il favorito alle primarie del partito democratico per diventare lo sfidante di Trump alle presidenziali americano del 2020.

«VORREI CHE LEI CI FACESSE UN PIACERE»

Uno scandalo farebbe molto comodo a Trump in campagna elettorale e la vicenda riguarda un’inchiesta per corruzione a carico della Burmisa, azienda del gas nel cui consiglio di amministrazione sedeva fino all’aprile scorso Hunter Biden. Secondo indiscrezioni Biden, quando era ancora vicepresidente, avrebbe fatto pressioni sull’Ucraina per far licenziare il procuratore ucraino che indagava su Hunter. L’inchiesta si è poi fermata.

La vicenda non è ancora del tutto chiara, ma dopo l’apertura della procedura di impeachment, la Casa Bianca ha pubblicato la trascrizione della telefonata. Trump afferma esplicitamente: «Vorrei che lei ci facesse un piacere…». E poi continua: «Si fa un gran parlare del figlio di Biden, si dice che Biden abbia bloccato l’inchiesta e molta gente vuole capire che cosa sia successo e qualunque cosa lei possa fare sarebbe grande. Biden andava in giro a vantarsi di aver bloccato questa inchiesta e tutto ciò a me sembra orribile».

Brooks, fortemente critico del presidente americano, sul Nyt sostiene che la condotta di Trump merita l’impeachment, anche se, come nota il Corriere della Sera, «il Washington Post aveva scritto che Trump aveva promesso di sbloccare gli aiuti militari all’Ucraina in cambio della riapertura dell’inchiesta. Nella telefonata questo collegamento diretto non c’è o comunque non è espresso in modo così netto, chiaro».

TRUMP NON SARÀ DESTITUITO

In ogni caso, la procedura è stata avviata e per Brooks «si tratta di un errore da parte dei democratici». Innanzitutto, scrive, «per destituire Trump, almeno 20 senatori repubblicani dovrebbe votare contro di lui». E questo, continua, non accadrà mai. «Nancy Pelosi si sta prendendo un rischio enorme, ma molto probabilmente Trump sarà prosciolto dal Senato», dove la maggioranza, al contrario della Camera, è in mano ai repubblicani. Trump potrà così «dichiararsi vendicato e vincitore».

Inoltre, nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali, il tycoon avrà buon gioco a denunciare una battaglia delle élite contro il popolo: «La gente concluderà», continua Brooks, «che i democratici portano avanti l’impeachment durante le elezioni perché non si fidano che il processo democratico porti al giusto risultato. Le élite democratiche agli elettori: non ci fidiamo di voi. Troppi di voi sono razzisti!».

INTERESSA A TWITTER, NON AGLI AMERICANI

Un’altra considerazione è quella che riguarda gli interessi del popolo americano. Brooks cita un sondaggio di Quinnipiac, secondo il quale solo il 37 per cento degli americani sostengono l’impeachment. «Gli elettori chiedono ai candidati di parlare loro di sanità, lavoro, cambiamento climatico, non di impeachment. C’è un’enorme differenza tra i dibattiti che gli utenti di Twitter vogliono vedere e quelli che la popolazione vuole avere».

I democratici, insomma, «fanno il gioco di Trump. Nei prossimi mesi ingaggerà una guerra personale contro Nancy Pelosi e Jerrold Nadler», che ha dato il via alla procedura di impeachment. L’attenzione si sposterà dalle primarie dei democratici e dai temi della campagna elettorale a questo scontro, «esattamente quello che Trump vuole».

Infine, l’impeachment cambierà anche le primarie dei democratici, «i candidati più bellicosi diventeranno ancora più ruvidi e i moderati verranno ulteriormente marginalizzati. Ai democratici», conclude Brooks, «basta essere normali per vincere le elezioni. Invece, stanno giocando una pericolosa partita a dadi, cercando di destituire Trump, cosa che non avverrà. Le elezioni possono salvare il paese. Una zuffa politica no».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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