«L’intelligenza artificiale ci obbligherà ad essere più umani»

Interviste a Massimo Gaggi del Corriere della Sera e al filosofo Giovanni Maddalena, relatori del dibattito su Ai e (dis)informazione organizzato a Caorle da Tempi

L’intelligenza artificiale assicurerà «progressi incredibili in molti campi: nella medicina, nell’industria, nella pubblica amministrazione, nella giustizia», spiega in questa breve intervista Massimo Gaggi, inviato-editorialista del Corriere della Sera di stanza a New York, relatore dell’incontro sul tema tenutosi in piazza del Vescovado a Caorle sabato 17 giugno 2023, nell’ambito della rassegna di Tempi in occasione della seconda edizione del Premio Luigi Amicone.

Come tutte le tecnologie, però, anche l’Ai «può essere utilizzata da attori malvagi o per fini bellici»: è naturale dunque che il livello di allarme sia alto. Anche perché a differenza di altri salti tecnologici del passato con l’intelligenza artificiale non tutto è sotto controllo, ricorda Gaggi: siamo di fronte a macchine che «imparano da sole» e quindi a volte danno «risposte che sorprendono gli stessi scienziati». Serviranno perciò regole per arginare le possibili derive, soprattutto nel campo del cybercrimine e della disinformazione.

«Effettivamente con l’intelligenza artificiale diventa più difficile distinguere il vero dal falso», conferma a propria volta Giovanni Maddalena, professore di Filosofia teorica all’Università del Molise, studioso dei problemi posti all’uomo e alla società dai mezzi di comunicazione. «Tuttavia è già una buona notizia il fatto che ne parliamo», chiosa il docente, che valuta positivamente la chiusura di una «epoca in cui abbiamo pensato che non ci fosse la possibilità della verità: invece c’è».

Positivo per Maddalena è anche il fatto che paradossalmente, proprio a causa dei pericoli di cui sopra, «nell’epoca della supertecnologizzazione in cui viviamo sentiremo di nuovo bisogno di gruppi umani, i cosiddetti corpi intermedi, che ci permettano di essere critici verso ciò che vediamo e verso noi stessi».

Video di Giacomo Bisaro

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