L’Inter finalmente non gioca (solo) coi piedi
L’Inter è in testa alla classifica. Almeno per due settimane guarderà tutti gli altri dall’alto in basso. È un avvenimento che non si ripete facilmente, è un po’ come l’eclissi e infatti vedo stormi di interisti che girano con gli occhiali da sole. Scherzi a parte, credo che, oltre a un po’ di fortuna (l’autorete di Olive) e a un grande portiere (Toldo), quella che conta veramente è l’idea di squadra che il tecnico Cuper persegue. Non ci sono Ronaldo (veramente iellato) e Vieri, eppure il gruppo tiene e fa risultato con i rincalzi. Voglio dire che non sempre il grande campione fa la differenza, che undici fenomeni che giocano per se stessi sono peggio di undici mediocri che giocano l’uno per l’altro. Sarà folcloristico, ma l’allenatore che picchia sul petto dei calciatori prima della gara trasmette un messaggio chiaro: ci vuole il cuore, prima dei piedi. Cioè il contrario di quello che ha fatto l’Inter in questi anni spendendo e spandendo, quasi sempre comprando piedi e non uomini.
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