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Tom Wolfe nel Falò delle vanità aveva già detto tutto il necessario:
«Sai la favola del pipistrello? Gli uccelli e le bestie erano in guerra. Quando stavano vincendo gli uccelli, il pipistrello diceva di essere un uccello, perché sapeva volare. Quando vincevano le bestie, il pipistrello diceva di essere una bestia, perché aveva i denti. Per questo il pipistrello non si fa vedere di giorno. Nessuno vuole guardare le sue due facce».
C’è qualcosa di molto prevedibile e scontato nella vicenda di Chiara Ferragni, una parabola che, comunque vada a finire, abbiamo visto capitare negli ultimi anni già mille altre volte. Una storia classica, quasi un modo di dire – dagli altari alle polveri, dalle stelle alle stalle –, vecchia come il mondo, che il mondo nuovo di internet e dei social ha reso solo più rapida, più fulminea, più immediata. È la vecchia storia dell’aristocrazia decaduta aggiornata ai giorni nostri, senza più i galloni dei quarti di nobiltà ma con i followers e i like, i reel e i...
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