
L’ITALIA FRA SCHROEDER E BUSH
Romano Prodi ha dato l’impressione di non voler guardare soltanto a Bertinotti ma anche a Chirac nella sua decisione di votare “no” al rifinanziamento dell’operazione Babilonia. Nelle sue dichiarazioni pubbliche ha messo in luce il fatto che il presidente francese gli ha confermato il non intervento. L’accordo tra Stati Uniti e asse franco-tedesco-spagnolo è ben lungi da essere stabilito. La diplomazia del sorriso americano affidata a Condoleeza Rice non sembra suscitare una corrispondenza proporzionata da parte franco-tedesca. Il cancelliere Schroeder che incontrerà Bush ha espresso posizioni differenti sulle più importanti questioni. Ha posto l’accento sulle cause sociali di povertà e di sottosviluppo come fondamento del terrorismo e non ne ha considerato le radici religiose e politiche. Non ha messo in alcune luce l’elezioni che hanno avuto successo in Afghanistan, in Irak e nei territori palestinesi che hanno portato alla partecipazione di milioni di poveri e marginalizzati. Le elezioni non hanno indotto il Cancelliere a fare cenni sulla domanda di democrazia. Parlando del mondo arabo non ha raccolto l’appello di Bush ad un’evoluzione democratica, non ha ripetuto il motto del presidente americano: se combattete per la vostra libertà, l’America combatte con voi.
Ma vi è una differenza ancor più importante: i tedeschi non chiedono agli iraniani di rompere con Hamas e Hezbollah. Concessioni all’Iran sull’energia nucleare sono bilanciate dal cancelliere mediante l’offerta di vantaggi economici. «Vorrei che fosse offerta una maggiore cooperazione economica a Teheran», ha dichiarato Schroeder al Wall Street Journal. Non sono posizioni incompatibili con gli Usa che vogliono evitare l’atomica, ma sono linee profondamente diverse.
Il cancelliere deve tenere conto che più dell’80 per cento dei tedeschi è contraria alla politica di Bush in Irak, e ciò mostra come sia difficile unire oggi le due sponde dell’Atlantico. L’Italia è così posta di fronte a due opzioni. La visita di Bush in Europa e l’incontro alla Nato diranno se l’Alleanza atlantica è ancora la sede per mediare i contrasti. Sembra che non lo sia per il Cancelliere che propone un comitato di saggi composto da Bush padre, Schmidt e Lord Robertson. Germania e America hanno idee diverse persino sulla Russia di Putin: più critici gli americani, più favorevoli i tedeschi. Il dissenso incide anche sulla politica italiana dove però Berlusconi ha fatto una scelta pro-americana.
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