Lo spettacolo di una piazza centrata nella sequela al «dolce Cristo in terra»

Di Luigi Amicone
11 Marzo 2015
Contro la bellezza non c’è pregiudizio che tenga. Anzi. La bellezza costringe a riflettere. Ottantamila ciellini da papa Francesco

Pope meets members of 'Communion and Liberation'Sfidiamo chiunque a trovare in giro una piazza come quella vista a San Pietro sabato 7 marzo. In ottantamila a recitare le lodi come nei conventi di clausura, in tono retto. In ottantamila, senza una voce che andasse per proprio conto, nella preghiera, così come nel canto, in una sinfonia e attenzione rivolte al “centro”, al protagonista dell’incontro, il Papa, «il dolce Cristo in terra» secondo l’espressione di santa Caterina da Siena. Sfida impossibile. Dunque, tanto più indicativa di una realtà che giustamente fa inorridire i benpensanti, Comunione e Liberazione.

Ma se «la bocca parla dalla pienezza del cuore» (Lc 6,45), contra factum non valet illatio. Contro la bellezza non c’è pregiudizio che tenga. Anzi. La bellezza costringe a riflettere. Per esempio, su quanta “educazione” occorra per imparare la tensione a fare, pensando a quel che si fa e in rapporto alla ragione ultima per cui si fa.

«Tu sol – pensando – o ideal, sei vero». Il verso del Carducci ha messo la tenda in mezzo ai ciellini. E i ciellini, che sono poi gente comune che all’ideale è stata ridestata da ogni angolo di strada, sono diventati spettacolo al mondo. Niente incenso. Non c’è nulla da autocelebrare. Lo spettacolo è un Altro. «Poiché – direbbe Paolo – siamo diventati spettacolo al mondo… Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati… siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti fino a oggi» (1Cor 4,9-10).

D’altra parte, in piazza San Pietro abbiamo incontrato un tale che da grossista di carni fece risparmiare un miliardo di vecchie lire al Vaticano. Un altro al servizio dei malati terminali e un altro ancora dei bambini senza famiglia. E via via, studenti, maestri, operai, imprenditori, avvocati… che un “incontro” non sospinge a seguire l’idolo del momento. Ma a ritornare di nuovo al Caravaggio di Santa Maria del Popolo. Al quadro dove a partire dalla pianta dei piedi e dalla dura fatica del manovale che in primo piano tira su la croce, il pittore ritrae Pietro inchiodato a testa in giù.

In questo senso, il Papa ha esaltato «il bene che quest’uomo (don Giussani, ndr) ha fatto a me e alla mia vita sacerdotale, il suo pensiero è profondamente umano e giunge fino al più intimo dell’anelito dell’uomo». Poi, come già fece con i confratelli gesuiti nell’intervista al direttore della Civiltà cattolica, Francesco ha esortato anche Cl a «decentrarsi»; aggiungendo per Cl il richiamo a evitare ogni «autoreferenzialità». Come padre, egli avverte la tentazione dei figli di ripiegarsi su se stessi. E come amico che non gradisce troppi salamelecchi, dà un’occhiata all’orologio non appena è libero dalla lunga teoria di personalità che gli rendono omaggio. Infine, come abbiamo sentito dalla viva voce evidentemente non autoreferenziale di un sacerdote della basilica di Sant’Agostino durante l’omelia domenicale, «mai si vede così tanta gente nelle chiese di Roma, non da turisti, ma da credenti in Cristo. Perciò grazie e tornate a trovarci, cari ciellini».

@LuigiAmicone

Foto Ansa

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8 commenti

  1. Angelo

    Il 6 marzo

  2. Giovanna Columbano

    Grazie, Luigi, per questo articolo. La cura perché ogni gesto trasmetta il suo valore intrinseco era la preoccupazione di don Giussani, che ha educato ognuno di noi ad essere attento all”essenziale, perché tutti insieme testimoniassimo una Presenza. Ed è una Presenza ciò che io ho visto sabato 7 in piazza San Pietro, una Presenza senza la quale quel popolo riunito non avrebbe avuto senso, una Presenza capace di trasformare l’attesa in canto e il canto in preghiera. Le parole di Pietro, esaltando don Giuss, ci hanno gratificato e i suoi richiami sono stati preziosi campanelli perché ovunque siamo, in pochi o in molti, continuiamo ad essere spettacolo al mondo, per una Presenza presente, nonostante noi.

  3. Giosuè

    Grande la carezza della misericordia quando ci ha detto:
    «Io oggi confermo la vostra chiamata, sostengo la vostra missione e benedico il vostro carisma» . . . mi sono veramente commosso!?

    1. Silvana

      Scusa Giosuè, quando ha pronunciato questa frase? Io non l’ho sentita e non l’ho trovata nel discorso. Grazie

      1. angelo

        Alle famiglie neocateumenali in partenza per la missione. Vedi video di http://www.vatican.va

        1. Silvana

          ecco perchè non l’avevo sentito… grazie

      2. bvzpao

        ad una prima occhiata lo ha detto ai neocatecumenali….

  4. maurizio

    Nel tardo pomeriggio di sabato mi trovavo con gli amici con cui ho condiviso quei due giorni”speciali” in S.Pietro in Vincoli dove abbiamo seguito la messa prefestiva assieme a tanti altri confluiti lì,casualmente(?);dovevate vedere l’anziano sacerdote..sprizzava gioia da tutti i pori nel vedere tanta genta,soprattutto tante famiglie giovani coi loro bambini..mai vista tanta gente-parole sue-così attente e partecipi(pur nella inevitabile confusione che un po’fanno sempre i piccoli)-tanto che al momento del darsi la pace ha fatto il giro di quasi tutti tanto era felice.Non sapeva né nessuno gli aveva detto che eravamo di Cl(a proposito di autoreferenzialita)eppure era felice di quel che accadeva sotto i suoi occhi e noi eravamo-alla fine ci siamo guardati begli occhi-stupiti e contenti di ciò,per lui.Lì si é visto cosa vuol dire porre al centro Cristo,non il proprio particolare.Veramente bello!! La casualità non c’entra neppure in quel che é successo al mattino:c’era un bel sole ma anche un vento sferzante come le parole del Papa che ci hanno richiamato al vero ed unico Sole della nostra vita di ciascuno di noi.Sì perché il Papa parlava a me,il suo sguardo
    tenero e penetrante(pur se attraverso lo schermo gigante più vicino)era per me.Che libertà e misericordia!! Siamo vicini alla Pasqua ma era come se fosse già Pasqua,anzi per via di quel vento..quasi quasi mi sembrava Pentecoste!…
    Tra l’altro,tra di noi c’era kun amico che,nei giorni precedenti era bloccato alla schiena..é venuto ugualmente ed é arrivato fino in piazza(anche senza stampelle)…pazzo? un po’sì-era quello che pensavamo anche noi-però non basta la pazzia per spiegare ciò..c’é ben Altro!
    Ieri,poi,sono andato a trovare un amico,ricoverato in una casa protetta,che-causa un ictus subito alcuni mesi fa-ha perso la parola e,soprattutto,l’uso della ragione.Sembra vivere in un mondo tutto suo,fuori della realtà….io mi sono seduto accanto a lui e gli ho raccontato tutto,ma proprio tutto quel che avevo visto e vissuto in quei due giorni.Lui,mentre continuava a ciondolare la testa a destra e sinistra non degnandomi,inizialmente e per diversi minuti,di uno sguardo-pia piano mentre io parlando,gli accarezzavo la mano che stringevo…comincia anche a guardarmi..ogni tanto un si con la testa,una qualche parvenza di sorriso,un furtivo sguardo…tutto questo per un ‘ora circa..chi era il piu”matto”li? Eppure é stata un ‘ora bellissima per me e,ne sono certo anche per lui-amici”esperti mi hanno detto che comunque qualcosa percepiscono e rimane in loro-fin che é arrivata la moglie ed il figlio,tutti felici di vedermi li,accanto a lui(con loro,peraltro,la settimana scorsa ero stato da S.Riccardo a Trivolzio e da D.Giussani al Monumentale a Milano.A proposito di umanità e spettacolo di vita..tutto opera di un Altro con la complicità della mia libertà e mendicanza di Lui!

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