
«Lo svuota-carceri non basta, serve l’amnistia. È una battaglia di legalità»
Nuovamente al centro dell’attenzione mediatica a causa dello sciopero della fame e della sete di Marco Pannella, la politica italiana si interroga nuovamente sull’amnistia. Dal 2007 al 2011, la popolazione carceraria è aumentata di ventimila persone, secondo i dati Istat pubblicati ieri. Un 25 per cento di detenuti in più, che in quattro anni, hanno raggiunto livelli insostenibili. Come sovraffollamento in Europa siamo secondi sola alla Serbia. «C’è il problema della carcerazione preventiva», avverte Claudio Marcantoni dell’associazione Papillon Rimini, «inoltre solo un detenuto su 10 tra quelli entrati nelle carceri italiane nel 2011 ha una condanna definitiva, mentre i restanti sono ancora in attesa di giudizio».
Nel documento Istat si è sottolineato la sostanziale inefficacia del decreto svuota-carceri.
Una misura insufficiente. Non può ripristinare la legalità e la giustizia in questa situazione. L’amnistia non è “gettare la spugna”, ma l’unica soluzione pratica a un problema di illegalità da parte dello Stato, già sanzionato dalle corti europee.
Un altro dato significativo è il numero di suicidi in carcere nel 2011: uno ogni sei giorni.
Questa situazione la conosceva anche il presidente della Repubblica, che avrebbe dovuto fare di più che spronare le camere. Doveva trovare la maggioranza che avrebbe potuto approvarla. Si tratta di una battaglia di legalità.
L’amnistia è anche un problema politico, elettorale. Pratico, secondo alcuni.
Il carcere italiano è in questo momento una discarica sociale. I detenuti sono privati dei diritti elementari e del diritto di voto. L’amnistia sarebbe soltanto l’unica soluzione pratica per la giustizia in carcere. Se si offrisse ai detenuti la possibilità di tornare alla vita, sarebbe un gesto di responsabilità da parte dello Stato che costringerebbe alla responsabilità i detenuti stessi.
Ma potrebbero tornare a compiere reati.
Un’ipotesi futura che si scontra con la netta realtà di uno Stato che commette un crimine ogni giorno nei confronti di più di 60 mila persone.
Siamo a fine legislatura. Quanto tempo dovrà passare prima che si trovi la maggioranza in parlamento?
Spero che l’amnistia sia uno dei primi atti del prossimo governo, del prossimo parlamento e del prossimo presidente della Repubblica. La campagna elettorale tenterà di porre in silenzio la questione, per questione di voti. Ma una volta in parlamento, saranno i deputati e i senatori a dover decidere secondo coscienza.
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