L’oro del Meeting, il mestiere di vivere

Di Caterina Giojelli
21 Agosto 2019
Qui si cuce, si impiatta, si spilla, si acconcia, si impasta, si rade, si avvita con entusiasmo indigeno. Viaggio nella rocca della fiera, popolata da gente col bernoccolo di Dio, dell'educazione e del lavoro

Eccolo qui – finalmente – il cuore di tutta la faccenda, il luogo manzoniano del Meeting di Rimini. Eccolo, giornalisti, l’oro di Comunione e Liberazione, il manifesto provvidenziale, la rocca che resiste ad ogni vento politico, il fazzoletto di fiera popolato da gente davvero sbranata dall’amicizia tra i popoli, i villaggi, il mestiere di vivere.

GENTE COL BERNOCCOLO DELL’EDUCAZIONE

Seguite l’allegro chiasso, qui si cuce, si impiatta, si spilla, si acconcia, si impasta, si rade, si avvita con entusiasmo indigeno: si dimostra in altre parole che il regno dei cieli in terra è una bottega, un compito, un dovere, un’affezione, una compagnia, un approdo per tutti. Nessuno escluso. Questa gente col bernoccolo, di Dio, certo, e quindi dell’educazione e del lavoro fatto come si deve – gente per capirci che inciampa nell’uomo col piglio testardo di chi alla posa intellettuale preferisce l’avventura del bene – la trovate nel padiglione B, villaggio sussidiarietà&lavoro, quartiere formazione. Tecnicamente si parla di birrerie, forni, barberie, officine, laboratori, sale da pranzo, concretamente si tratta di poderosi scampoli delle eccellenze nella formazione professionale e nella storia d’Italia rappresentate da Piazza dei Mestieri, In-presa, Dieffe, Aslam, Galdus e Cometa.

GIOVANNA, AGO FILO E IN-PRESA

Guardate Giovanna, stasera andrà a casa dopo tre giorni passati a confezionare sciarpe e camicette in fiera: 16 anni di ragazza pericolante, qualche mese di ricovero, molti di più di vita in una comunità educativa. Ecco: dai suoi inciampi Giovanna ha imparato a rialzarsi a piccoli passi con ago e filo e In-Presa, la scuola brianzola che si occupa dei ragazzi a rischio “emarginazione sociale” (leggi: percorsi scolastici tortuosi e stortissime storie famigliari), dapprima aderendo a un percorso professionale due volte alla settimana, che dopo Natale ha chiesto diventassero tre, che dopo Pasqua sono diventate quattro, che oggi sono diventate cinque, e che l’anno prossimo diventeranno un vero e proprio tirocinio in sartoria. Non sa Giovanna, sedici anni – lei che insieme a cucire ha imparato che può farcela e che gli adulti non sono una fregatura -, che quegli stessi adulti portandola con sé in questa fiera così grande rispetto al suo microcosmo brianzolo, l’hanno riportata a dove tutto è iniziato, la madre di tutte le opere, la dimora dell’educazione che li ha cresciuti e li vede ora crescere appassionatamente con ciascuno dei ragazzi di In-Presa.

Non lo sanno, lei e gli altri trenta ragazzi che si sono avvicendati tra sartoria e cucina, che quando quella signora di Trieste o quella di Parma, sono passate di lì e vedendoli all’opera hanno chiesto ai loro educatori “esiste una cosa così anche dalle mie parti?”, si realizzava quel vecchio metodo che funziona sempre: vieni e vedi. Ma hanno capito che tra quegli adulti da cui non riescono a staccarsi nemmeno per andare a cena c’è qualcosa di contagioso, che trascende i confini della scuola, che si fa popolo in una dimora che è sempre viva.

COMETA, DOVE “PER UNO SI FA TUTTO”

Non è moralismo ma realismo, cioè amore al mondo: lo chiamano così in Cometa, una bellezza che ha conquistato un anno fa il New York Times e che continua a fare scuola
da Como in tutta Italia nell’accoglienza, nell’educazione e formazione di bambini e ragazzi e nel sostegno delle loro famiglie. Basta sedersi nella grande sala da pranzo allestita per mostrare il filmato con decine di testimonianze di ragazzi, educatori, tutor e spalancare occhi e orecchie per sentirsi a casa: eccola, la bellezza scatenata da cinque famiglie con 38 figli, in affido e naturali che vivono in Cometa, mentre altre 60 partecipano all’esperienza dell’affido; eccole, le storie dei 350 ragazzi del liceo scientifico, la scuola professionale, il coro di Oliver, la caffetteria, la pasticceria e il servizio banqueting, “Lui sa fare tutto”, ha giurato Paolo presentando il ragazzo al maître del grande albergo che lo aveva voluto dopo la formazione in Cometa. Un ragazzo convinto di non sapere fare niente e stupito fino all’ultima vertebra da quelle parole così chiare, così certe – “lui sa fare tutto” – di chi per lui ci metteva il cuore, tempo ma anche la faccia, perché “per uno si fa tutto”.

DENNIS, BARBA E CANZONI

Quanti delle decine e decine di ragazzi di Torino e Catania di Piazza dei Mestieri, sono stati a Rimini a spillare birra, fare la barba, la piega ai capelli, dare lo smalto alle unghie? A questo pensa Dennis, 17 anni che presto inizierà uno stage in una barberia in attesa di aprirne una tutta sua, a tema musicale, pianoforte e icone di grandi cantanti, unendo le passioni a cui ha imparato a dare gambe in Piazza: la barberia, certo, ma anche la musica (scrive canzoni da quattro anni) e il calcio, perché alla fine “se la vita è una partita di pallone, segna solo chi sogna”. Dennis si è raccontato al Meeting insieme ad altri ragazzi come lui, ragazzi come John di Aslam, che da vent’anni offre prodotti e manodopera d’eccellenza alle imprese del territorio lombardo e ha portato in fiera aeromobili e frigoriferi per raccontare la professione del manutentore nei settori così specializzati. O come Beatrice Bottarel di Dieffe, la grandiosa scuola di formazione professionale veneta che ha riprodotto nel villaggio i laboratori didattici della sede di Valdobbiadene: è qui che dall’inizio della manifestazione si accalcano grandi e piccoli visitatori del Meeting per cimentarsi nella produzione di latte crudo e del “Pan da vin” insieme ad allievi e maestri della scuola, toccando con mano una passione da cui non si salva davvero nessuno.

UNA SFIDA PER IL PAESE

“La formazione è anche educazione, tenere insieme scuola e lavoro è possibile e qui c’è gente che sa farlo e mostra come si fa”: così Dario Odifreddi, presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri e del CSL (Consorzio Scuole Lavoro) che tutte queste opere raccoglie e rilancia come protagoniste di una delle sfide fondamentali per il paese: “Qui si è già partiti”. Qui, cioè nel cuore di tutta la faccenda, la rocca che resiste ad ogni vento politico e dove è ancora fervente il mestiere di vivere.

Foto Meeting

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