
L’ottavo vizio capitale
Superbia
«Mi pare che Bertinotti non sia proprio più dentro il messaggio di Marx» dice Marco Rizzo dei Comunisti italiani.
Da che cosa si riconoscono i veri comunisti? Dicono sempre le stesse cazzate per squalificare i compagni (omissis sulla risposta di Bertinotti).
«Oggi non mi ricandiderei» rivela, alla recente approvazione dell’indulto, l’ex procuratore capo Gerardo D’Ambrosio, oggi senatore ulivista.
Troppo facile dopo quattro mesi lavarsi l’anima. Può sempre dimettersi.
«Non voglio morire socialista e neanche democristiana» sostiene Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli.
Per una vita onorevole democristiana, diventa socialista per stare a galla. Ha il problema di come morire. Vorrà mica morire comunista?
La superbia regola una superiorità, la superbia comunista vive di due superiorità, una ideologica, una morale.
Nel primo caso la lotta sottostà all’ortodossia ideologica che si nutre di distinguo per identificare la giusta linea. Se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere: litigano per decidere chi è più marxista non preoccupandosi dei milioni di morti prodotti dall’ideologia. L’unità è impossibile e ciascuno vive se uccide l’altro più impuro. In un solo caso sono chiacchiere, quando hanno il potere, lì lo spartiscono. Pensaci Margherita, pensaci.
La superiorità morale ha altre radici quasi più umane, quasi più profonde: posso sbagliare, anche se quasi mai, ma tu caro nemico sei impuro. A lui il potere l’ha dato il popolo, per te invece il potere serve per interesse ed ogni interesse non può che essere sporco, ma per fortuna c’è lui.
Per non essere di parte diamo uno sguardo anche alla superbia cattolica. Giustamente un cattolico non si accontenta, vuole sempre di più: creare, valorizzare, inventare, cambiare; come cambiare non pare il problema.
Lussuria
«Sono sposato con una donna che viveva con una donna, sono omosessuale, ho una figlia. è molto complicato» spiega Daniel Emilfork, attore.
Chi l’ha detto che è facile essere viziosi?
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