Lucio Dalla, «un alternativo che ricercava il Mistero». Il ricordo di Pupi Avati

Di Carlo Candiani
05 Marzo 2012
Il regista bolognese con il cantante scomparso ha condiviso un'intera vita, fatta di musica, film e conversazioni sulla fede: «Spero solo che nel momento dell'addio non abbia avuto paura».
20080212 - MILANO - SPT - MUSICA. LUCIO DALLA; LA NEVE CON LA LUNA. Il cantautore Lucio Dalla oggi a Milano per la presentazione del suo nuovo cd e dvd live "La neve e la luna" .DANIEL DAL ZENNARO

A cinque anni dalla scomparsa del grande cantautore bolognese, ripubblichiamo una nostra intervista al regista e amico Pupi Avati.

Amici già dalla giovinezza, musicisti in una jazz band, Lucio Dalla e Pupi Avati non si sono mai persi di vista. Lucio, anzi aveva composto le musiche per i film più recenti del grande regista. Raggiunto da tempi.it, Avati ha ricordato così il suo amico cantautore. «È venuta a mancare una persona straordinaria, perché quando muore un poeta, muore un modo sacrale di guardare le cose della vita. La sua visione delle cose e del mondo, la sua religiosità, la sua generosità che infondeva in tutto quello che faceva era nelle sue canzoni e nel suo atteggiamento nei riguardi del prossimo, nell’aiuto che ha offerto a tante persone che sono riuscite a emergere in ambito artistico e musicale».

Ricercava il Mistero nelle sue canzoni?
Lucio ricercava la sacralità, che è sinonimo di Mistero. Era una persona profondamente religiosa: in più occasioni abbiamo parlato del presente e del futuro, anche di quello più lontano, di quello che in questi momenti lo riguarda, della morte.

Ci lascia un artista poliedrico, che non si è accontentato solo della musica.
Si è misurato con tutte le discipline artistiche rimanendo sempre un “alternativo”. Non c’è niente delle cose che ha fatto che si possano ricondurre a una paternità, a qualcosa di preesistente. Quello che ha fatto Lucio è suo e basta e disporre di una identità così forte è una prerogativa dei grandi che combattono l’omologazione dei nostri tempi.

Cosa rimarrà di lui?
Lucio era la sua arte, perciò di lui rimarrà il ricordo di una persona buona e fuori dal comune e la sua straordinaria produzione artistica.

E chissà se il suo caro amico ora sta suonando il clarino davanti a San Pietro?
(Avati sorride). Spero solo che stamattina il mio caro Lucio, il Lucio a cui voglio così bene, non abbia avuto paura mentre ci lasciava.

Foto Ansa

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