
L’Ucraina nella morsa dei debiti, a rischio default. Entro 4 giorni servono 4 miliardi
Dopo la tensione diplomatica ieri con la Russia (che ha richiamato in patria l’ambasciatore a Kiev), in Ucraina le nomine dei nuovi ministri previste per oggi sono slittate a giovedì. Ieri Bruxelles ha espresso il suo sostegno a Kiev, anche con la disponibilità di aiuti economici per due miliardi e mezzo di euro al paese, in cambio di un processo di riforme: oggi Mosca, attraverso il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha fatto sapere che «non interferiremo» con le elezioni anticipate, ma continua a condannare quello che considera un colpo di stato.
QUATTRO MILIARDI IN QUATTRO GIORNI. Il nuovo governo ucraino si trova ad affrontare una grana pesante. Al paese servo quattro miliardi entro quatto giorni, per pagare gli stipendi, le pensioni e le forniture di gas russo. Ben più ingente però la necessità del paese per il debito internazionale che ha. Seguendo il consiglio degli Stati Uniti, il governo provvisorio di Kiev ha presentato una richiesta al Fondo monetario internazionale di aiuti immediati per 35 miliardi di dollari. L’Fmi però ha previsto al massimo un contributo di 20 miliardi: l’Ucraina inoltre deve fare i conti con la decisione russa di bloccare gli aiuti previsti per 15 miliardi di dollari, promessi all’ex presidente Viktor Yanukovich: Kiev vorrebbe smarcarsi dalla “dipendenza” russa, ma sebbene formalmente proclami di non volersi intromettere, Mosca sta usando “l’arma” economica per orientare le future scelte dell’Ucraina.
BARROSO: «STIAMO LAVORANDO PER L’UCRAINA». Oggi il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha dichiarato davanti alla sessione plenaria del Parlamento europeo che l’Ue sta facendo tutti gli sforzi possibili: «L’Europa sta lavorando con i partner internazionali per trovare i modi per sostenere economicamente l’Ucraina». Barroso ha cercato quindi di stemperare le tensioni diplomatiche in corso tra Russia e Ucraina: «La Russia lavori costruttivamente con noi per garantire un’Ucraina unita» ha invitato ricordando che la priorità è «rispettare l’unità territoriale del paese». Un augurio che non arriva casualmente, dal momento che è stato lo stesso presidente ucraino Turchinov a dare oggi l’allarme sui «pericolosi segni di separatismo» nella zona orientale del paese, a maggioranza russofona, tanto che Turchinov oggi ha annunciato al parlamento di aver indetto una riunione con i vertici delle forze di sicurezza per affrontare il problema.
DELEGAZIONI INTERNAZIONALI. Intanto a Kiev è arrivata il capo della diplomazia dell’Unione europea, Catherine Ashton, che oggi ha già incontrato il leader dell’opposizione Yulia Timoshenko e Turchinov, proprio per parlare degli aiuti economici promessi dall’Ue e affrontare le emergenze del paese. Dal canto suo, Timoshenko ha spiegato di essere d’accordo con Ashton e Bruxelles sul fatto che il nuovo governo «debba includere i rappresentanti di Maidan», la zona di Kiev teatro delle manifestazioni anti Yanukovich degli ultimi mesi. Turchinov a sua volta ha spiegato che senza aiuti, il paese dovrà presto dichiarare il default per i 13 miliardi di dollari di debiti esteri in scadenza proprio quest’anno. A Kiev oggi arriveranno anche il vicesegretario di Stato Usa William Burns e il ministro degli Esteri britannico William Hague per discutere il problema.
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