
L’uomo reale
Il super ministro dell’economia ci dice che tutto va bene, il leader del sindacato dei “pensionati”, grazie ai suoi “scioperi politici”, annuncia nuove e più avanzate conquiste per i “lavoratori”. Ascoltandoli ci accorgiamo che ci stiamo sbagliando quando:
a. ci preoccupiamo della crisi della Fiat, del tasso di forza lavoro più basso d’Europa, del permanere di un tasso di disoccupazione altissimo al sud, del calo di produzione industriale, delle donne e dei disoccupati cinquantenni che non trovano lavoro, della diminuzione vertiginosa della grande industria italiana;
b. ci accorgiamo che parecchi giovani laureati trovano lavoro, ma dopo due anni scoprono di essere sottoccupati e senza prospettive;
c. constatiamo che dopo un anno di parole nessun provvedimento è stato preso per il mercato del lavoro e ormai si trova una occupazione quasi solo con il lavoro interinale;
d. ci stupiamo che pur essendo d’accordo quasi tutti su quasi tutto ciò che riguarda il nuovo mercato del lavoro, i falchi del governo e del padronato, i barbuti nipotini del ’68, hanno bloccato qualsiasi tentativo di riforma per bisticciare sull’articolo 18;
e. segnaliamo che l’uomo concreto, reale, quello che cerca lavoro e che aiuta a trovarlo, pensa di essere preso in giro.
Le nuove “grida” di spagnola memoria prodotte da sindacalisti, ministri, confindustriali, parlano chiaro: tutto è a posto… Che Renzo smetta di lamentarsi!
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