Lupi: «Quirinale? Attenti che, come per il Conclave, chi entra Papa esce cardinale»

Di Redazione
17 Aprile 2013
Amato, D'Alema, Cassese o Marini? Per il deputato pidiellino «non parliamo di nomi ma di metodo, che deve essere condiviso»

«Il candidato ideale è quello che riesce ad essere l’espressione condivisa delle diverse forze politiche che rappresentano poi le diverse sensibilità culturali e politiche del Paese. Non vorremmo che accadesse quello che è già avvenuto per i presidenti di Camera e Senato. E abbiamo visto che Grillo, a cui piace scherzare e stare fuori dal palazzo, quando c’è da decidere le cariche di potere si mette direttamente d’accordo con il Pd e appunto non vorremmo che accadesse che Pd e Grillo, pur con il 29% dei voti, decidano di occupare tutte le cariche istituzionali». E’ il timore espresso stamani dal pdl Maurizio Lupi che, fermato alla Camera, liquida così le “aperture” di Beppe Grillo al Pd: «Affari di Pier Luigi Bersani, che continua a farsi prendere a schiaffi da Grillo e a rincorrerlo».

PRESIDENTE DI GARANZIA. Per Lupi invece «la politica è quella della responsabilità non delle barzellette, bisogna guardare all’interesse del Paese, lo diciamo da 50 giorni, serve un presidente della Repubblica di garanzia che rappresenti tutti gli italiani e in questo senso Napolitano è stato un esempio. Poi occorre un governo stabile che affronti i problemi del Paese».

I NOMI. Si fanno i nomi dell’ex premier Giuliano Amato, del presidente del Copasir Massimo D’Alema, del giurista Sabino Cassese, dell’ex presidente del Senato Franco Marini… le piace qualche nome? «Ho una profonda formazione cattolica e sono stato educato che chi entra papa nel Conclave ne esce cardinale – taglia corto Lupi – e siccome è una questione seria, non parliamo di nomi ma di metodo, che deve essere condiviso e credo che tra oggi e domani si potrà individuare la migliore persona che possa rappresentare l’Italia».

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2 commenti

  1. ragnar

    Ma si decidono sí o no a fare sto benedetto governo?
    Lupi parla di conclave? Beh forse ha ragione. Avete presente come funzionava in passato quando i conclavi duravano troppo? La gente bloccava le uscite dalla sala del conclave e lasciava i cardinali senza cibo né acqua in modo che si dessero un andi. Ecco, bisognerebbe fare la stessa identica cosa per parlamento e camera: bloccare le uscite e niente cibo o acqua fino a quando non hanno formato il governo.

    1. Giulio Dante Guerra

      Una volta tanto approvo questo “Vichingo di complemento”. Solo che ormai siamo “alle porte co’ sassi”, come dicono qui a Pisa. Nel senso che, prima di poter votare la fiducia ad un eventuale governo, i parlamentari devono eleggere un nuovo capo dello stato; ed a questo si riferiva Lupi. Comunque, una “procedura” come quella adottata dai viterbesi nel 1271 – che, alla fine, addirittura scoperchiarono il tetto in una piovosa giornata di fine novembre! – andrebbe benissimo per tutti e due i presidenti, della Repubblica e del Consiglio!

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