Contenuto riservato agli abbonati

Ma che ne sa Bruxelles di quanta vita c’è in un calice

Di Emiliano Ronzoni
03 Aprile 2022
Apologia di un imbottigliatore di Bonarda sconcertato dall’insalubre (e fallita) idea salutista europea di etichettare il vino come nocivo. Quando invece c’entra con l’amore, gli amici, i nipoti, perfino la luna
Calice di vino
Foto di K15 Photos per Unsplash

Mi hanno detto che l’Europa pretende di sapere tutto. Del vino e della vita. Tanto che, mi dicono, ha provato a marchiare il vino. Pericoloso per sé e per gli altri, dice. Stop lì, fermi tutti. No, il vino no. Non è la prima volta che ci provano. Ci avevano già provato con la carne rossa anni fa. Adesso ci provano con il vino. Finirà che ci proveranno con la vita. E a quei pochi che ancora verranno al mondo gli verrà piazzata l’etichetta: “Attenzione, questa vita attenta anche a te”. E il cerchio sarà chiuso. Come mi ha detto un mio amico, qui, in questa Europa di salutisti insalubri, tutto è ormai nocivo alla salute, la carne, il vino, l’aria che respiriamo, perfino noi a noi stessi. Tutto, salvo la droga. Ah no, quella è tutta salute, anzi è terapeutica e più ne circola meglio è.

Chiariamo subito una cosa. Il vino lo bazzico e lo frequento, ci passo del tempo e mi fa compagnia, ma del vino so poco o niente. E con ciò? Che cosa si vuol s...

Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno

Articoli correlati