Ma chi l’ha detto che tagliando le province si risparmia? Alcuni dati

Di Redazione
22 Novembre 2011
“Taglio delle Province, un risparmio o un aggravio?” è il titolo di una ricerca dell’Università Bocconi, commissionata dall’Unione delle Province italiane, dove attraverso studi e analisi si ribalta il luogo comune secondo cui tagliando le province si avrebbe un notevole risparmio

“Taglio delle Province, un risparmio o un aggravio?”, questo è il titolo di una ricerca dell’Università Bocconi, commissionata dall’Unione delle Province italiane, i cui primi risultati sono stati illustrati alla stampa dal professor Lanfranco Senn e da una rappresentanza di presidenti dell’istituzione amministrativa più contestata in questi ultimi anni, considerata quasi come l’unica responsabile della dispersione delle risorse sul territorio nazionale. Immagine da capro espiatorio che sembra smentita dai primi numeri presentati, in attesa di essere compiutamente spiegati a Roma il prossimo 6 dicembre.

Lo stesso prof. Senn non vuole prendere conclusioni affrettate né sposare alcuna tesi, ma invita a guardare le nude cifre che parlano di una spesa complessiva da parte delle province nel 2010 di 11.5 miliardi, di cui oltre 1.6 in Lombardia, con un costo medio per abitante di 193 euro all’anno. Di questi 11.5 miliardi, solo 126 milioni (l’1.4%) vanno in rappresentanza democratica. Nel 2008, la spesa delle Province ha rappresentato il 6.5% – contro il 9.9% dei Comuni e l’84% delle Regioni – del totale. Da parte sua, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà afferma: «Noi siamo pronti a migliorare e riorganizzare il livello di governo intermedio, ma vogliamo serietà non banalità».

In attesa che la presentazione esaustiva e ragionata della ricerca venga effettuata, Tempi.it offre la lettura dei primi dati attraverso le schede date in visione alla stampa, nella conferenza stampa di anticipazione (v. la fotogallery qui sopra).

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