
Ma come fanno a dire che il tifone filippino è stato provocato dal global warming?
La devastazione del tifone Haiyan, che nelle Filippine ha provocato più di 10 mila morti, non sono da imputare alla teoria del global warming, per quanto da due giorni su tanti quotidiani sia questo il punto di vista condiviso nel leggere la catastrofe asiatica.
A invitare alla cautela è Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, che oggi su La Stampa analizza quanto successo nell’arcipelago asiatico. Che più di una volta negli ultimi anni ha visto transitare tifoni e tempeste: solo lo scorso dicembre il tifone Bopha faceva 1146 vittime, nel 2004 invece 1600 erano stati i morti provocati dalla depressione tropicale Winnie, mentre nel ’91 la tempesta Thelma lasciava una scia di ben 5081 morti.
«I TIFONI NON SONO UNA NOVITA’». «Questo per dire che in quella zona del Pacifico i tifoni non sono una novità, ogni anno tra sei e nove eventi colpiscono le isole». Haiyan però non ha alcun paragone, avendo sprigionato una potenza che lo ha reso di categoria cinque (la più alta) e uno tra i quattro fenomeni più impetuosi mai registrati sul globo. Difficile, scrive Mercalli, dire adesso se tutto ciò sia legato al global warming, perché prima di tutto servono mesi per arrivare a dati più precisi e non fermarsi alle stime su cui si ragiona oggi.
«Tifoni e uragani esistono da sempre, quindi la domanda corretta sarebbe: l’intensità e la frequenza di questi eventi meteorologici estremi sta aumentando per via del riscaldamento globale? E la risposta è né sì né no. Si tratta di fenomeni atmosferici rari da un punto di vista statistico, il loro è un campione troppo ridotto e dunque non è possibile per ora estrarre un segnale significativo di tendenza all’aumento rispetto alla variabilità naturale».
LE CAUSE DI DANNI E MORTI. Quanto ai danni provocati, possono essere facilmente spiegati con combinazioni geografiche e culturali. Perché lo stato d’allerta nelle Filippine era stato diramato dal 2 novembre scorso, ma il tifone ha seguito una traiettoria strana, finendo col colpire la città di Tacloban, usualmente protetta dalle montagne, dove diversi cittadini hanno ignorato gli allarmi facendosi sorprendere in casa. «È un fatto purtroppo comune che gli eventi meteorologici estremi mietano più vittime nei paesi con un’infrastruttura d’allerta e protezione civile meno sviluppata e una bassa scolarità: anche Katrina era un uragano di categoria cinque, approdato a New Orleans nell’agosto 2005 fece “soltanto” 1833 vittime».
Il surriscaldamento della Terra è attestato di circa un grado nell’ultimo secolo, e sicuramente è un fattore che influisce sulla termodinamica dell’atmosfera: tuttavia, chiude Mercalli, è difficile capire quanto vi influiscano componenti “antropogeniche” e quanto quelle naturali, «ossia non possiamo sapere se Haiyen senza riscaldamento globale sarebbe stato di categoria quattro invece che cinque».
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2 commenti
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non sanno come spiegarli e allora si inventano cose come il global warming. è più probabile pensare ad un castigo divino (basta pensare dove capitano cose come haiyan, san giuda, e i monsoni o gli alluvioni che devastano oltre misura tra india e pakistan) che non al global warming. anche perché se il surriscaldamento portasse tali fenomeni dovrebbe, come dicono, essere ad un livello avanzato. solo che mai sentito parlare di tsunami o iceberg sulle coste di australia cile e sudafrica. che sono i paesi più vicini all’antartide, il continente che “possiede” la maggior quantità di ghiacci della terra.
No. Il global warming non è inventato. Viene solo capito male; si tratta perlopiù di cambiamenti climatici che rendono le stagioni più estreme, sia inverno sia estate diventano più intensi e imprevedibili, così come anche tutti gli eventi come uragani e tempeste.
Non ho capito cosa intendi dire con la parte sui paesi vicini all’Antartide, ma posso dirti due cose: gli iceberg non sono catastrofi naturali, ma potrebbero essersi staccati per via dei cambiamenti climatici, mentre gli tsunami sono provocati da scatti improvvisi delle placche tettoniche sul fondo del mare.
Mi pare che tu non conosca molto bene l’argomento. Non che io lo conosca molto meglio, ma ti assicuro che il riscaldamento globale c’è ed è colpa dell’uomo. E non è tutto, stiamo pure deforestando la foresta amazzonica e stiamo inquinando gli oceani; lo sapevi che in un oceano c’è un’enorme isola di rifiuti galleggiante grande quanto il Texas e profonda cento metri?