Ma come sono diventati buoni questi sauditi

Dopo anni di fallimentare politica estera aggressiva, l’Arabia cambia strategia e avvia negoziati con tutti, persino con l’Iran. Mostrando di avere compreso la lezione cinese: se non puoi combatterli, comprali

Riallacciamento delle relazioni diplomatiche con l’Iran, semaforo verde alla riammissione della Siria di Assad nei ranghi della Lega Araba, cooperazione militare con la Cina, coordinamento con la Russia per mantenere alto il prezzo del barile di petrolio e rifiuto della politica del “price cap” decisa dai paesi del G7: l’Arabia Saudita ha deciso di cambiare campo e di schierarsi con gli avversari strategici dell’Occidente? Niente affatto. Riyadh ha deciso, dantescamente, di fare parte per se stessa; di giocare la partita dell’aspirante grande potenza in proprio; di praticare quell’autonomia strategica che l’Unione Europea nella sua subalternità atlantista proclama a parole ma non attua nei fatti; di non essere la pedina di giochi altrui, ma di usare gli altri – tutti gli altri, Ovest ed Est, Sud e Nord – come pedine del proprio gioco. Facendo tesoro della lezione della Cina, che è diventata grande potenza nel giro di un trentennio dopo che a...

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