Ma da quando il Corriere è No global?

Di Fabio Cavallari
12 Giugno 2003
“Per la sinistra è lo spartiacque fra democrazia e dittatura del Cavaliere?”

L’antiberlusconismo è la malattia infantile della sinistra. Le esternazioni inerenti la recente vicenda del Corsera sono lì a dimostrarlo. Ogniqualvolta qualcuno dissente dal Cavaliere, un pezzo della sinistra si scorda immediatamente le ragioni di tale divergenza e issa al vento la bandiera del nuovo oppositore. Chi dissente, soprattutto se è di sinistra, diventa immediatamente un collaborazionista, un amico del “nemico”, un “compagno” che sbaglia. Accadde già all’epoca delle dimissioni del ministro Ruggiero, in quella occasione la sinistra si stracciò le vesti e per alcuni mesi sembrò che l’ex uomo Fiat fosse stato il più fedele bolscevico, il garante della tenuta democratica del nostro paese. Eppure il buon Ruggiero con la sinistra aveva ben poco a che fare. Il suo curriculum lasciava poco spazio alle interpretazioni: ex presidente del Wto e massimo ideologo del neoliberismo. In questi giorni con l’avvicendamento Folli-De Bortoli la storia si ripete. Improvvisamente il “fronte progressista”, tranne rare eccezioni, eleva Il Corriere della Sera a strenuo baluardo resistente al “regime”. Il quotidiano di via Solferino viene “descritto” come l’ultimo spartiacque tra la democrazia e la dittatura berlusconiana. Ma che panzane sono queste? Ma come è possibile scordarsi che quel giornale, pluralista e corretto quanto si voglia, è espressione diretta di Fiat, Mediobanca, Pirelli e Le Generali? Cari compagni non stiamo parlando del Granma Cubano. Per quanto vi possa sembrare strano il Corsera è sempre stato un giornale conservatore, liberista ed estremamente critico con tutto il movimento no-global e le istanze care alla sinistra. Lo era con De Bortoli e lo sarà con Folli! La tendenza a sostenere qualsiasi “peto” che si alza contro Berlusconi è semplicemente frutto di una politica concettualmente ed intellettualmente puerile. La vecchia teoria che “il nemico del mio nemico è mio amico” ha prodotto vittime e sfaceli che intere popolazioni stanno ancora pagando. Cara sinistra, è ora di crescere!

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