Si sa che quelle come “Per sempre”, il libro del rapper napoletano da poco uscito per Mondadori, si chiamano “operazioni”. Il contenuto viene sempre in secondo o terzo piano e basta saperlo. Però davvero: non c’era bisogno di rovinare tutto così
Il rapper napoletano Geolier a Sanremo 2024 (foto Ansa)
Che ci faccio qui? No, non è il titolo della famosa opera di Chatwin cui il celebre viaggiatore affidò, poco tempo prima di morire, la raccolta dei suoi più emozionanti frammenti letterari, dagli incontri con Ernst Jünger e con Werner Herzog ai fumosi baretti di Marsiglia e a quell’afrore puntuto e bellissimo che incornicia Hong Kong. È, più modestamente e forse drammaticamente, la domanda che mi sono posto reggendo e rimirandomi tra le mani il libro di Geolier, Per sempre, edito da Mondadori.
Libro di Geolier, non su Geolier. Avete letto bene.
Scritto con Federico Vacalebre e con la collaborazione di Lorenzo Laporta, scritto piccolissimo ma che evochiamo.
Il rap è una cosa seria
Intendiamoci subito; sono un uomo di mondo, anche se non ho fatto il militare a Cuneo, nei miei giudizi e nelle mie impressioni, e persino nei miei epidermici disgusti, non c’è mai moralismo, so perfettamente che ormai si pubblica di tutto e su tutto, e che le nostre librerie hanno visto di molto, molto, molto...