MA QUALE WELFARE
Ecco una storia di ordinaria follia, frutto ed espressione del nostro Stato sociale, concertativo e democratico. Rina ha quarant’anni, è separata ed ha una figlia a carico. Da anni è gravemente ammalata, le sue condizioni non le permettono di svolgere alcuna attività assimilabile ad un lavoro. I medici le hanno diagnosticato tre anni di vita, l’unica sua speranza è un trapianto di fegato. L’ex marito è nullatenente, quindi nessun contributo di sostentamento può provenire dal quel versante. Rina vive (sopravvive) con una pensione civile di circa duecentocinquanta euro al mese, “ovviamente” non le viene riconosciuto alcun assegno familiare in quanto, di fatto, non ha nessuna entrata derivante da redditi. Una situazione aberrante e nonostante vantiamo uno tra i sindacati più organizzati d’Europa nessuno ha mai sentito parlare di una rivendicazione in tal senso. Rina è praticamente sola nella lotta. In questa drammatica situazione, è lei che deve pensare a tutto. Dal piccolo particolare dell’oggi quotidiano, al futuro per sua figlia Maria. Rina si è rivolta, in questi giorni, all’ufficio “assistenza sociale” del suo paese, per ottenere un aiuto che le consentisse di acquistare i libri per il nuovo anno scolastico di Maria. La risposta ricevuta è paragonabile ad una beffa: «Certo signora che le possiamo dare una mano, lei prima però dovrebbe comperare i libri, poi in un secondo momento noi provvederemo al rimborso». Ma come? Se una persona in palesi condizioni di indigenza non ha denaro e chiede aiuto proprio per questo, come è possibile rispondere in siffatta maniera! L’amara realtà è che per i cosiddetti diritti acquisiti si fanno grandi battaglie, si mostrano i muscoli e le bandiere sventolano alte. Ma per tutti questi casi, confinati ai margini della società, chi si è mai sporcato le mani? Se per una volta, al posto di occuparci delle foche del Guatemala, facessimo un giro per le Asl o ascoltassimo semplicemente il grido di aiuto di un nostro vicino, forse un altro mondo possibile sarebbe già un po’ realtà.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!