Maddalena e le pari opportunità

Di Contri B. Giacomo
24 Marzo 1999
Simplicissimus

Ho rivisto “L’ultima tentazione di Cristo” di Scorsese, dal romanzo di Kazantzakis. Trovo ripugnante che Gesù – un uomo così bene orientato intellettualmente, praticamente, affettivamente, ossia un uomo di singolare salute psichica – sia contraffatto come un nevrotico allo sbando. Insieme, la figura della Maddalena come prostituta è rinforzata in una lunga scena di esercizio professionale fino ad esaurimento nella stanza d’attesa gremita come un ambulatorio. Qui la colpa non è tutta di Kazantzakis-Scorsese: una tale figura appartiene da quasi due millenni a una debile tradizione che ha voluto con forza – forza della debilità – vedere una prostituta in testo dove non una parola avvalora una tale idea delirante. La celebre scena amorosa è il sontuoso rituale di una donna di rango che, in un contesto ostile a Gesù, si allea pubblicamente a lui con ogni risorsa femminile. E cercare giustificazione nelle parole di Gesù – “molto ha amato” – è soltanto metterci una toppa peggiore del buco, perché è attribuire a Gesù lo stupido e irrealistico pensiero che la prostituta “ami”. Gesù dice: “Molto ha amato… me!”. Maddalena le pari opportunità non le ha attese, se le è prese: nell’incontro con uno che è stato la sua opportunità.

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