Per i magistrati la vicenda è top secret (infatti l’abbiamo letta settimana scorsa sul Corriere)

Volete sapere come funziona la giustizia in Italia? Eccovi un bell'esempio di cosa accade nelle procure dove è tutto un segreto di Pulcinella

Volete la prova provata che la giustizia italiana è un elastico che i comandanti tirano dove vogliono e, di conseguenza, che come diceva Nenni «agli amici si dà tutto, ai nemici la Legge»? Eccovi serviti. In un articoletto di taglio basso del Corriere della Sera (6 maggio, pagina 22, a firma di Luigi Ferrarella) apprendiamo che per stendere i pareri di professionalità (richiesti per legge e attesi da oltre dieci mesi) sull’operato del procuratore Edmondo Bruti Liberati e dell’ex procuratore aggiunto Alfredo Robledo, il terminale milanese del Consiglio superiore della magistratura (il Consiglio giudiziario) ha chiesto alla Procura Generale della Cassazione il testo di alcune archiviazioni disciplinari relative ai due pubblici ministeri.

A sorpresa, la Procura Generale della Cassazione ha risposto di non poter trasmettere il testo di quelle pratiche in quanto sono secretate «anche verso i due pm». Osserva il Corriere: «Il diniego ha lasciato allibito il Consiglio Giudiziario, che quel testo aveva letto 8 giorni fa sul Corriere della Sera». Capito? Tutti sanno già tutto, però il teatrino del “segreto” va avanti e, nel caso, va avanti con grande incazzatura non del cittadino qualsiasi (ci è abituato, il poverino), ma di un importante organo della magistratura. Non bastasse, l’ottimo cronista di Via Solferino se la canta e se la ride (giustamente), ricordando che «già in gennaio la Procura Generale di Cassazione espose una curiosa idea di segreto quando rimarcò di aver avviato accertamenti (senza esito) sul fatto di aver letto a dicembre 2014 sul Corriere le intercettazioni tra Robledo e l’avvocato Aiello, oggetto di archiviazione a Brescia».

 Dunque, non solo è tutto un segreto di Pulcinella. Non solo il Corriere se la canta e se la ride. Non solo si capisce che un organo della magistratura che per legge deve svolgere certe pratiche può tranquillamente essere mandato a quel paese da un altro organo della magistratura (e perché? “Perché così pare a me” dice l’altro organo). Non solo sono vicende che possono capitare solo tra magistrati (che se ti permetti di non compilare diligentemente un atto amministrativo o perdi lo scontrino del rimborso spese, mio caro deputato o consigliere comunale o regionale, lo trovi subito il pm che ti fa un organo a capanna così). Ci viene anche plasticamente rappresentato – con una giusta nota di colore e anche con una leggera presa per i fondelli – come due istituzioni apicali della magistratura si parlano, si leggono e si fanno guerricciole interne: per tramite Corriere della Sera piuttosto che – così pare dovrebbero funzionare le cose in uno Stato non delle banane – nelle appropriate sedi istituzionali.

Insomma, in poche righe capisci come gira sul serio il mondo della giustizia italiana.

E cioè:

  1. Pulcinella vigila sugli atti secretati dalla magistratura.
  2. La legge la amministra ovviamente la magistratura, epperò la amministra non attenendosi tassativamente alla Legge, ma elasticamente attenendosi all’arbitrio, esercitato secondo il grado di potere che il magistrato (o una certa istituzione della magistratura) detiene.
  3. Ma quanti milioni di euro ci costa il Csm per darci un servizio che il Corriere della Sera ci offre a un euro e cinquanta?

@LuigiAmicone

Foto top secret da Shutterstock

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