È la corsa al “sempre di più”, l’idea dell’avere senza limiti come garanzia di libertà e sicurezza che crea il massimo di pericolo e di instabilità. Da Girard (e Sofocle) una lezione per tutti e quattro i belligeranti
Da sinistra, Volodymyr Zelensky, Angela Merkel, Emmanuel Macron e Vladimir Putin a Parigi il 10 dicembre 2019 (foto Ansa)
Papa Francesco avrebbe recentemente perso punti presso una parte dell’opinione pubblica occidentale a motivo di quella che è apparsa come la sua “equidistanza” nel conflitto che oppone Russia e Ucraina. Nella realtà il Papa ha usato più volte la parola “aggressione” (ai danni degli ucraini) parlando della guerra, e ha riconosciuto il diritto all’autodifesa da parte di Kiev. Tuttavia è finito sul banco degli imputati per avere affermato che della guerra in corso «siamo tutti colpevoli» e per avere affidato la croce a una donna russa e ad una ucraina, che l’hanno portata insieme, in occasione della Via Crucis da lui condotta il giorno del Venerdì Santo. Qui evidentemente siamo ben oltre l’equidistanza: Francesco ha messo sullo stesso piano aggressori e aggrediti, alleati degli aggressori e alleati degli aggrediti, ha accomunato nella colpevolezza e nel bisogno di redenzione gli uni e gli altri. E questo attira critiche feroci soprattutto da parte di chi prende partito per il paese aggred...