Dalla “green litigation” al salario minimo, nuove “tendenze” giustizialiste confermano che affidare alla magistratura le questioni politiche centrali è un suicidio. Rassegna ragionata dal web
Protesta ambientalista contro Shell davanti alla Corte dell’Aja, Olanda, 1 dicembre 2020 (foto Ansa)
Su Startmag Massimo Nicolazzi scrive: «La giurisprudenza, utilizzando ampliamente la letteratura Cop, ha incorporato in Europa il diritto al clima (così lo definisco per semplificare) come un diritto assoluto ricompreso tra i diritti riconosciuti e protetti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il cittadino si trova così provvisto, a seconda dell’ordinamento, di un diritto o di un interesse legittimo azionabili in Corte rispetto a comportamenti pubblici o privati devianti rispetto agli standard climatici dichiarati o appropriati. Tre corti europee di ultima istanza (Germania, Francia e Olanda) hanno già condannato i rispettivi governi a modifiche cautelative della loro regolazione in relazione al rischio ambientale; e una corte di prima istanza (Olanda) ha ingiunto a una società petrolifera (Shell) di accelerare la propria decarbonizzazione, pena il riconoscimento di una responsabilità extracontrattuale per danni (potenzialm...