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Mani pulite 1992-2022. L’infima eredità del nostro Terrore

Di Lorenzo Castellani
03 Febbraio 2022
Il vero frutto avvelenato della pianta fiorita su Tangentopoli è toccato alla politica, sempre più stritolata tra furia populista e governi tecnici
Cartello di divieto di accesso a corrotti e camorristi davanti al palazzo del Comune di Napoli
Protesta contro corruzione e Camorra davanti al palazzo del Comune di Napoli, 16 settembre 2021 (foto Ansa)

Tangentopoli è stato il grande bivio della storia politica italiana, il suo momento giacobino. I suoi effetti sono noti: distruzione del sistema politico; decapitazione delle élite eredi del Dopoguerra; protagonismo politico e impermeabilità allo scrutinio pubblico della magistratura; ingresso dell’Italia in un mondo globalizzato e senza divisioni politiche precise; crescente dipendenza dai vincoli finanziari ed europei. Ma gli effetti di Tangentopoli non sono stati soltanto politici o geopolitici, ma anche psicologici e istituzionali.
Psicologici perché gli italiani hanno individuato nella politica il nemico, il capro espiatorio, una professione deprecabile da sottoporre ad una reiterata palingenesi. Effetti che si sono dispiegati nel lungo periodo: dai “manager e gli imprenditori in politica” di Silvio Berlusconi, al Vaffa del popolo viola e di Beppe Grillo, dal “Roma ladrona” della Lega Nord fino al “facce nuove” di Matteo Renzi. Per la classe politica italiana non c’è stata più pac...

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