
Margherita, il fiore di un tacito scisma
Così passa la gloria del mondo. Come notano sia Diamanti su Il Sole 24 Ore sia Alvi sul Corriere, i comunisti sono ridotti ad espressioni geografiche: quelle dell’Appennino tosco emiliano. Persa la Padania emiliana, la sinistra cattolica concede loro le Marche e batte ancora ai punti i comunisti con la Margherita, un’invenzione della regione più cattolica di sinistra, il Trentino. Il vero problema italiano sta nel tacito scisma che avvolge il mondo cattolico. Le motivazioni che spingono i cattolici di sinistra non sono solo politiche. Niente è più lontano dalla concezione dei cattolici di sinistra del giustificare solo con ragioni politiche la loro scelta a sinistra. L’autonomia della politica fa parte della tradizione tomista e quindi appartiene alla cultura tradizionale della Chiesa cattolica. Da quando la sinistra cattolica esiste, cioè fin dagli anni ’30, i cattolici di sinistra hanno sempre motivato la loro scelta politica con motivi religiosi. L’antecedente significativo è la polemica Maurràs-Maritain degli anni ’30: era il “destro” Maurràs a sostenere radicalmente l’autonomia della politica, era Maritain, allora di sinistra, a propugnare la motivazione religiosa dell’azione politica: è la linea che va da “Primauté du Spirituel” ad “Humanisme intégral”. Per aver sostenuto la motivazione cristiana come essenziale alla politica dei cristiani, Maritain rimane, nonostante le retractationes degli anni ’50 e ’60, il padre della sinistra cattolica? Era infine proprio questo che con intuizione profetica San Pio X aveva condannato nel “Sillon” di Marc Sagnier e nella Democrazia Cristiana di Murri. I cattolici di centrodestra sono laici e possono, con la dottrina sociale tradizionale della Chiesa, non motivare le loro scelte politiche con le loro scelte religiose. Ma i cattolici di sinistra debbono, per giustificare le loro scelte politiche, farle precedere da una motivazione religiosa: è la riduzione dell’ortodossia all’ortoprassi, cioè alla scelta preferenziale per i poveri, con versioni mitigate della teologia della liberazione. Solo posta questa motivazione, possono trovare nelle parole comuniste le dottrine rispondenti all’assistenzialismo cattolico. Per queste ragioni dico che vi è uno scisma latente nella Chiesa italiana, come del resto esiste in tutto il mondo cristiano: la tensione tra il primato della verità e dell’ortodossia e il primato della giustizia (marxisticamente inteso) e quindi l’ortoprassi. Con il successo della Margherita il cattolicesimo di sinistra ritorna in primo piano, addirittura mettendo all’angolo i comunisti. È questo scisma latente una ricchezza della pluralità o il segno di una decadenza della fede? Non ho mai visto la fede crescere a sinistra se non con radicali conversioni, ma i cattocomunisti si pensano “i giusti”: e quindi la loro sinistra è irreversibile. Conserveranno la fede? Io penso che essa diventerà sempre più memoria. L’ho già visto in tre generazioni di cattolici, attendiamo la quarta.
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