Margherita sfogliata

Le primarie hanno prodotto un piccolo terremoto nella Margherita.
L’assemblea dei parlamentari di quel partito aveva deciso di mantenere, nella quota proporzionale del sistema elettorale maggioritario, il simbolo della Margherita, sottolineando quindi la sua differenza politica. Due fatti sono avvenuti per determinare la cancellazione di quella decisione. Il primo è il cambio della legge elettorale, che ha talmente accentuato l’autonomia dei partiti da rendere impossibile qualunque forma di unità di essi innanzi all’elettorato nel voto.
Ma non è stato il cambio della legge elettorale il fatto determinante perché la Margherita decidesse di adottare nella elezione alla Camera dei deputati la forma di una lista comune con i Ds e quindi il ritorno dell’Ulivo. La scelta veniva motivata con la necessità di candidare Prodi alla Camera dei deputati dopo il cambio della legge, non avendo egli un proprio partito né potendosi pensare a una lista Prodi. Ma le primarie hanno mostrato che la grande mobilitazione di cui i Ds erano i principali autori, sostenuti stavolta da tutta la sinistra, hanno prodotto Prodi come risultato politico autonomo, obbligando la Margherita a rinunciare a ogni forma di autonomia e da Prodi e dai Ds. Rutelli è giunto al punto di parlare di partito democratico, che comporterebbe lo scioglimento dei partiti che compongono l’Ulivo, proposta che i Ds hanno immediatamente respinto. La Margherita ha visto il suo sogno di autonomia politica svanire in un giorno ed è ritornata all’obbedienza di Arturo Parisi, l’inventore delle primarie, che l’assemblea della Margherita aveva messo in minoranza.
Nasce così una situazione diversa nel centro-sinistra, in cui i Ds sono i veri vincitori, tanto che possono rispedire al mittente la proposta di Rutelli di rinunciare alla loro identità socialdemocratica. Che il leader della Margherita abbia potuto fare tale proposta in tali condizioni mostra lo sbandamento che regna nei postdemocristiani della Margherita. è così accaduto che la legge elettorale del proporzionale, assieme all’esito delle primarie abbia confermato il bipolarismo e ciò ha dato fiato anche al centro destra perché lascia le posizioni di Marco Follini senza sponda e senza riferimento. L’egemonia dei Ds nell’Ulivo si manifesta così con la produzione di Prodi come leader, cioè come mezzo di bloccare qualunque autonomia dei centristi all’interno dell’Unione, cosa che Clemente Mastella ha immediatamente capito, dichiarando di uscire dall’Unione.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.