
Marina Berlusconi: Sentenza Cir-Fininvest «uno schiaffo alla giustizia. Contro mio padre una persecuzione»
Pubblichiamo la dichiarazione di Marina Berlusconi in merito alla sentenza Cir-Fininvest
Uno schiaffo alla giustizia. Ma anche uno schiaffo, vergognoso e vile, ad un grande gruppo imprenditoriale e alle migliaia di persone perbene che vi lavorano. La sentenza della Corte di Cassazione sulla vicenda Lodo Mondadori merita le critiche più dure, il modo in cui alcuni media la stanno utilizzando risulta ancora più indecente, indegno di un Paese che vorrebbe a tutti i costi mantenersi civile.
Ognuno svolge una parte ben precisa nella persecuzione sempre più accanita contro mio padre. Con l’esproprio da mezzo miliardo di euro lo si colpisce pesantemente sul piano patrimoniale. A ruota, la grancassa mediatica si incarica per l’ennesima volta di ribaltare totalmente la storia e il presente economico e politico di questo Paese. L’operazione è fin troppo scoperta: gettare fango su Berlusconi imprenditore per gettare fango su Berlusconi leader politico.
Il gruppo Fininvest deve il suo successo al talento, alla tenacia e al coraggio di mio padre e di tutti coloro che vi hanno lavorato e vi lavorano. Siamo un gruppo che occupa migliaia e migliaia di persone, abbiamo versato allo Stato negli ultimi vent’anni oltre 10 miliardi di euro di tasse, abbiamo sempre operato nella più totale correttezza e non abbiamo mai corrotto nessuno. I comportamenti criminali, piuttosto, appartengono a chi non si fa scrupolo di diffamare tutto questo per un killeraggio politico tanto evidente quanto disgustoso.
Ci tuteleremo in tutte le sedi più opportune. Ma intanto non posso non ribadire la realtà dei fatti:
– la spartizione della Mondadori non fu voluta dalla Fininvest ma ci venne imposta dalla politica.
– De Benedetti non subì alcun danno ma anzi ottenne solo benefici. A lui andò infatti una parte molto rilevante dell’azienda, sia sotto il profilo economico che sotto quello del peso politico: La Repubblica, l’Espresso e i 18 quotidiani locali della Finegil.
– Lo stesso De Benedetti in svariate dichiarazioni rilasciate all’epoca fu il primo a dirsi non solo soddisfatto, ma addirittura soddisfattissimo dell’esito della transazione.
Così come è avvenuto in primo e secondo grado, i giudici della Cassazione cercano di piegare, con forzature e teoremi, il diritto al loro obiettivo: quello di arrivare comunque a una condanna. Ma non ci daremo per vinti. La verità non può finire seppellita, neppure sotto una sentenza.
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