
Maroni cala l’asso Finlombarda

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Una banca “di sistema” costruita su misura per la Lombardia. Un progetto con il quale la giunta guidata da Roberto Maroni punta a sostenere l’ambizione di Milano di diventare una piazza finanziaria europea e la vocazione della regione a rappresentare la “culla” delle imprese. Il progetto passa attraverso Finlombarda, la finanziaria della Lombardia che si è data nuovi vertici e una nuova mission (sotto la regia dell’assessorato all’Economia di Massimo Garavaglia). E proprio l’ottica post-Brexit è la chiave per comprendere il riposizionamento di questa società, braccio finanziario della prima regione italiana in termini di prodotto interno lordo e sempre più proiettata ad attrarre capitali esteri. La ricca Finlombarda – dispone di risorse complessive in grado di attivare investimenti fino a 2 miliardi di euro – è così l’asso di denari che Maroni cala sul tavolo per dare a Milano un ruolo centrale nel contesto europeo.
Per la verità non è l’unica carta che il governatore gioca su questo tavolo, visto che, con una mossa a sorpresa, prima dell’estate ha messo a disposizione la sede del Pirellone per ospitare l’Agenzia del farmaco quando la trattativa con Londra era arrivata a un punto morto proprio per le difficoltà a trovare una sede adeguata. Ma ora vuol fare di più e decide di potenziare Finlombarda, che ha bisogno di buttarsi alle spalle una reputazione appannata negli ultimi anni dal coinvolgimento in pesanti indagini giudiziarie. Il primo passo per dare un segnale di rinnovamento è stato quello di nominare un consiglio di amministrazione ristretto a tre soli membri, che per storia professionale segnano una discontinuità col passato. Si tratta di Michele Vietti, ex sottosegretario al ministero del Tesoro e già vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Maria Carla Giorgetti, giurista e docente all’Università di Bergamo, e Giuseppe Pezzulli, l’avvocato d’affari italo-britannico oggi alla guida del comitato promotore Select. ll nuovo cda gestirà la finanziaria regionale che di recente si è iscritta all’albo unico degli intermediari finanziari (ex articolo 106 del testo unico bancario) e come tale sarà vigilata da Bankitalia. Una mossa che si spiega con l’obiettivo di farne una banca di sistema capace di governare lo sviluppo economico del territorio ed eseguire una politica industriale. Con questi presupposti, si legge in una bozza di documento contenente le principali linee strategiche, «la società è nelle condizioni di esercitare attività creditizia, prestare servizi di investimento ed erogare servizi di pagamento e di moneta elettronica».
Numeri alla mano, sfruttando anche solo un quarto del patrimonio disponibile, c’è scritto nel documento, la società potrebbe già oggi erogare credito per circa 500 milioni di euro, da impiegare direttamente a favore delle imprese domestiche e internazionali incentivando il trasferimento di queste ultime a Milano. Attraverso un’adeguata pianificazione delle attività di investimento, è anche possibile raggiungere volumi di investimento fino a circa 2 miliardi, pur mantenendo parametri di sostenibilità finanziaria ben oltre le soglie minime richieste dalla vigilanza prudenziale.
Risorse e possibilità
Ma nel concreto, come opererà Finlombarda? La società ha tra i nuovi obiettivi strategici lo svolgimento di attività di investment banking dedicate allo sviluppo dell’economia regionale in tutti i settori ritenuti strategici, con particolare attenzione all’innovazione, all’internazionalizzazione delle imprese, alle operazioni di finanza straordinaria e l’eventuale supporto alla quotazione in borsa. La società punta anche al potenziamento e allo sviluppo infrastrutturale, e attualmente può fare affidamento sulla provvista derivante da un contratto di funding stipulato con la Banca europea degli investimenti (Bei) del valore di 242 milioni di euro, che consente di effettuare impieghi da 4 a 15 anni a favore delle imprese e delle infrastrutture locali. La società ha, inoltre, in corso un programma di emissioni obbligazionarie da 200 milioni (la prima tranche di 50 milioni è già avvenuta a settembre).
Con tutte queste caratteristiche, Finlombarda può sostenere un mercato del clearing a Milano, sviluppare gli hub tecnologici di Cyber Parco e Human Technopole, collaborare con il FinTech District, sostenere il piano di educazione finanziaria passato nel decreto salvarisparmio (anzi si farà promotrice di un progetto pilota per importare in Italia le qualificazioni professionali finanziarie dalla City di Londra) e infine interloquire con l’Ema, se eventualmente trasferita a Milano. Finlombarda può anche lavorare in sinergia con Euronext, recentemente sbarcato a Milano, accompagnando le imprese finanziate in un percorso di apertura ai capitali internazionali.
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