Io di Renzi non posso fidarmi più. Siamo virtuosi e il governo ci penalizza. Adesso basta

Di Luigi Amicone
02 Marzo 2015
I 500 milioni cancellati con un decreto, Salvini, la Lega e la difesa della famiglia per difendere la comunità all'Expo. Intervista al governatore lombardo Roberto Maroni

maroni-sh-195230933«Ma le sembra normale che dopo il lavoro da sherpa che Regione Lombardia ha fatto a Berna per portare a casa il protocollo di intesa fiscale tra Italia e Svizzera, il ministro Padoan viene a Milano per siglare l’accordo (lunedì 23 febbraio, ndr) e Regione Lombardia non sa nulla?». Sgarbo o svista del cerimoniale. Poco importa. Roberto Maroni alza la cornetta e, fortunatamente per lui, «il ministro è in volo». Ma non c’è tempo per approfondire, perché il governatore ha qualcosa di urgente da mostrarci sul suo iPhone. «Ho visto questa fotonotizia che mi ha un po’ sconvolto: “Il presentatore degli Oscar 2015 con suo marito e i due figli nati da madre surrogata”. Siamo a Bisanzio. Ha presente come è caduta?». Sì. C’è un russo, lo storico Solov’ev, che descrive quella caduta come frutto di una debolezza endogena più che di una conquista esterna. «È così. Sono arrivati gli altri, hanno bussato ed è venuto giù tutto. Perché? Perché Bisanzio era già collassata nel proprio vuoto. Non c’erano più valori, radici, cultura. Non c’era più una vita né una visione della vita da difendere. Ci danno dei reazionari e retrogradi. Io invece dico che noi siamo il futuro, loro il tramontante passato. Per questo voglio una giornata a Expo in cui si parli di famiglia. Papà e mamma, naturalmente. Perché il resto è propaganda, multinazionali, produzione di umanità in laboratorio. Appunto, paternità e maternità “surrogata”, “colonialismo” come ha detto papa Francesco. Non c’entra nulla la libertà. C’entra la mercificazione. Mi interessa niente essere additato come uno che fa battaglie di retroguardia, perché non è così. Sono loro che stanno andando verso il baratro. E comunque io non ho paura. Voglio andare avanti sul tema della difesa della famiglia per difendere la comunità e, tra fine settembre e ottobre, voglio un grande evento internazionale su questo tema all’Expo».

tempi-maroni-renzi«E i giornali se la prendono con me»
Cosa invece ha fatto imbufalire il prealpino e serafico Maroni nelle relazioni con Renzi, è presto detto. «Niente di personale. È una questione istituzionale. Se il premier o il sindaco sono di un altro colore politico, a me non interessa. Il problema è che ci sia collaborazione istituzionale tra chi è stato eletto dal popolo a rappresentare il popolo. Con Renzi, purtroppo, questa collaborazione non c’è».
Sia concreto. Può esemplificare? «Le faccio solo due esempi. Il primo è l’accordo scritto e sottoscritto tra governo e regioni che applicava per la prima volta i costi standard in sanità. Una battaglia storica delle regioni e della Lega che nel luglio 2014 trova finalmente una sua prima applicazione. Ed è così straordinaria la cosa che porta alla Lombardia un beneficio di 500 milioni di euro. Ripeto, stiamo parlando di un accordo firmato, non dell’elaborazione di un centro studi. Dunque, budget 2015: quello del 2014 più 500 milioni. Quant’è il costo di tutti i ticket in Lombardia? Poco meno di 500 milioni. Quindi, a ragion veduta, sulla base dell’accordo siglato col governo, comunico ai cittadini che nel 2015 la Lombardia sarà la prima regione ad abolire i ticket. Possiamo farlo. Perché? Perché la nostra regione è virtuosa, i dati parlano chiaro e il governo lo ha finalmente riconosciuto. Abbiamo 500 milioni da utilizzare. Poi arriva la legge di stabilità e cosa succede? Succede semplicemente che l’accordo viene stracciato. Così. Con un emendamento che ci toglie 500 milioni per legge. Cosa ne devo dedurre io, se non che Renzi è inaffidabile e che non puoi fare accordi con questo governo? Morale, non possiamo cancellare i ticket. E oltre al danno, dobbiamo pure subire la beffa del Corriere della Sera che se la prende con me perché non mantengo le promesse».

«Noi virtuosi, quindi tartassati»
«Altro esempio. Il governo ha approvato una misura che penalizza fortemente la Lombardia. Dal 2015 in avanti, impone la legge di stabilità, le regioni non potranno più fare investimenti finanziati “a debito”. Cosa vuol dire? Se io faccio un investimento (una strada, un intervento ambientale, quel che vuoi) e non ho risorse in bilancio, mi rivolgo alle banche e faccio un mutuo; ora, è chiaro che il divieto per questo tipo di finanziamento funziona per gli enti locali che producono buchi nelle casse dello Stato, ma funziona anche al contrario, cioè impedisce un sano sviluppo a una regione come la Lombardia che ha un rating superiore a quello dell’Italia, ha i conti a posto e paga puntualmente le banche e gli altri creditori».
All’atto pratico, perché questo divieto vi penalizza? «Semplice, avevamo un miliardo e cento milioni di investimenti previsti nel 2015, tutti già finanziati. Un miliardo e cento milioni. Con la legge di stabilità cosa ti dice il governo? Ti dice: “No, tu queste risorse le cancelli e fai gli investimenti che ti consente il prelievo delle tasse regionali. Quanto valgono le tasse in Lombardia? 330 milioni? Bene, investi 330 milioni”. Conclusione, io Lombardia devo cancellare 800 milioni di investimenti, anche se quelle risorse le ho già in cassa. Ripeto: il provvedimento doveva servire a evitare danni nelle regioni canaglia, ma penalizza ingiustamente noi. Una follia. Questo è il governo Renzi in rapporto alla Lombardia. Ci rende la vita impossibile, ci taglia le risorse e, in aggiunta, ci chiede di alzare le tasse se vogliamo fare investimenti. Adesso capisce perché, con l’approvazione del referendum popolare, abbiamo messo in moto un processo che porterà alla definizione della Lombardia come regione a statuto speciale. Altrimenti noi continueremo a pagare per tutti. Il cittadino lombardo è quello che versa più tasse e risorse in solidarietà per le altre regioni. Al tempo stesso siamo la regione in cui l’amministrazione pubblica costa meno e i servizi sono più efficienti. Insomma, siamo virtuosi e il governo ci penalizza. Bene, adesso diciamo basta. O meglio, invitiamo i cittadini lombardi a decidere del loro destino di virtuosi e, perciò, tartassati dallo Stato centrale».

In effetti, è appena uscito un report della Cgia di Mestre: dal calcolo del residuo fiscale risulta che la Lombardia è la regione che versa di più in solidarietà al resto del paese. Il residuo fiscale corrisponde alla differenza tra le entrate complessive regionalizzate (fiscali e contributive) e le spese complessive regionalizzate (al netto di quelle per interessi) delle amministrazioni pubbliche. Bene, la Lombardia registra un residuo fiscale annuo positivo per 53,9 miliardi di euro, il più alto di tutti. «Vuol dire – commentano i ricercatori della Cgia – che ogni cittadino lombardo (neonati e ultracentenari compresi) dà in solidarietà al resto del paese oltre 5.500 euro all’anno» (nota bene che la Sicilia, ad esempio, che pure è una regione a statuto speciale, cioè che già gode di autonomia finanziaria, ha il peggior saldo tra tutte, con un residuo fiscale pari a -8,9 miliardi di euro).

L’altro Matteo, Alfano e Tosi
«Ecco, capisce perché la Lombardia sia indigesta a Roma, perché sia sotto costante attacco e perché la sinistra sogni di conquistarla da sempre». Si capisce perlomeno perché Salvini sia così frontalmente all’opposizione di Renzi. «Esatto. Per questo io penso che la sua scommessa sarà complicata se punta ad assorbire tutto il centrodestra nella Lega. Mentre se va oltre la Lega e si basa proprio sul modello Lombardia, sarà più facilmente vincente». Salvini non vuole sentir parlare di Alfano, mentre Maroni dice che l’alleanza funziona. Come uscite da questa impasse? «Semplice, vediamo cosa succede». E con la spina Tosi, come la mettete? «Anche lì: io sono con Tosi quando dice che lo statuto prevede che sia il segretario confederale, cioè lui, a stilare le liste. Non sono d’accordo invece quando minaccia di correre contro Zaia e quindi di mettersi fuori dalla Lega. Dalla Pivetti a Comino, nessuno di quelli che sono stati leader e sono fuoriusciti ha mai conosciuto un destino diverso dall’insignificanza politica».

@LuigiAmicone

Foto Roberto Maroni da Shutterstock

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13 commenti

  1. Luka

    Mi fate capire perché farlo associandolo all Expo? A parte che il tema di Expo è il cibo in oltre già Expo Italia e mondo hanno preso le distanze da questi eventi, perché procurare oltre imbarazzi? Perché maroni continua a usare Expo come sua proprietà personale per promuovere iniziative che sono care a lui ma non a expo

  2. Andrea UDT

    Maroni è un bravissimo amministratore, di quelli che invidi e vorresti vedere dalla “tua parte” nel caso uno non voti Lega.

    Purtroppo essere bravi amministratori non basta: il consenso oggi lo raggiungi a suon di slogan e promesse campate in aria.

    Ecco perché in italia non sarà mai un possibile presidente del consiglio.

    Nella analisi di Maroni manca solo un coraggioso passo finale: chiedere l’abolizione delle regioni a statuto speciale.
    Della sicilia si sa tutto, ma tutti dimenticano che, ad esempio, la Valle D’Aosta spreca valanghe di soldi in rapporto al numero di abitanti usando come grimaldello proprio lo statuto speciale.

    1. Jens

      La differenza tra Sicilia e Val d’Aosta è che in Val d’Aosta non c’è disoccupazione. Non nego che lì si sprechino i soldi, però se tutte le regioni sprecassero i soldi come li spreca la Val d’Aosta forse l’economia funzionerebbe meglio.

      1. Andrea UDT

        Eh no caro! La differenza è che la val d’aosta ha solo 128.000 abitanti, quindi è una idrovora di soldi pro capite ma passa inosservata.

        Alcuni dati sul costo pro capite:

        virtuose:

        Lombardia 21
        Veneto 32
        Liguria 34

        spendaccione:

        Friuli-Trieste 161
        Molise 187
        Sicilia 349
        Trentino-SudTirolo 1.775
        Valdaosta 2.207

        sono euro per abitante, dati istat 2010.

        Sul federalismo ci sarebbe molto da discutere e molti miti da sfatare. La riforma del titolo V e la cosidetta “autonomia” i costi li ha fatti aumentare in TUTTE le regioni.

        1. Andrea UDT

          I dati si riferiscono al costo del personale dipendente dalle Regioni, fonte ISTAT 2010.

        2. Raider

          Da siciliano, mi sono sempre battuto per l’abolizione delle Regioni a Statuto Speciale, proprio perché vedevo come andavano le cose da noi. Certo, nell’immediato dopoguera poteva avere un senso: e c’era l’orgoglio di avere avuto, dopo l’Althing islandese – un’altra terra vulcanica, l’Islanda, ma fredda e inospitale, scarsamente popolata: mentre la Sicilia era popolosa anche per gli standard medievali -, il primo Parlamento d’Europa, grazie al Gran Conte Ruggero e a suo figlio, Ruggero II. Ma, per dire solo questo, la Regione non è stata neppure in grado di promuovere un’edizione critica degli atti della Magna (… ah!) Curia, il Parlamento del Regno. Ma dato che il modello centralista ha fallito, non mi sembra un’eresia un’Italia federale, facendo valere, accanto alla solidarietà non piagnona e non accattona, un principio di responsabilità che deve riconoscere al popolo quella sovranità da cui la partiocrazia clientelare, ieri e l’Ue delle élite tecno-fnanziarie ci sta espropriando.

    2. Luka

      Cioè uno che fa voti offendendo gay e promuovendo eventi omofobi per lisciare il pelo a voi scarseggia di slogan? Direi che devi riconsiderare per intero la tua analisi

      1. yoyo

        Se parlare della famiglia naturale è omofobo…

        1. Luka

          Yo-yo nella maniera in cui lo fate voi si

          1. mery

            luka, in che modo si dovrebbe parlare di famiglia naturale? dobbiamo aspettare il tuo beneplacito? non rompere luKA….

      2. jb Mirabile-caruso

        Senti senti l’offeso gay che INSULTA la gente normale chiamandola “omofoba”: una parola artatamente coniata fuorviante per nascondere la sensazione VERA che l’intera popolazione etero prova di fronte all’atto omosessuale: RIPUGNANZA. O schifo. O ribrezzo. O disgusto. O nausea. O repulsione.

        Si provi, signor Luka, a trovare un residuo di coraggio per ri-coniare una parola VERA che esprima le sensazioni VERE che gli eterosessuali provano nella realtà! O forse Lei questo pizzico di coraggio non ce l’ha, e preferisce cullarsi nell’illusione della falsa parola “paura” per sfuggire a quelle VERE?

        1. luka

          questi sono i commenti che mi piacciono di più, perchè rendono ovvio il carattere di questo sito e di chi lo frequenta.

          Jb parla per te e non per tutti gli eterosessuali. direi che la maggioranza degli etero non condivide affatto le tue posizioni, anzi. d’altronde il problema di locali quali “muccassassina” è proprio che ormai la percentuale di etero sfiora il 50% e questo perchè evidentemente a tanti etero non solo non pesa stare con i gay ma anzi lo preferiscono per svariate ragioni (feste più belle, gente più divertente, ragazze meno tese e assediate e sopratutto meno risse), sai non è che a Roma manchino i locali per etero, mentre quelli per gay si contano sulla punta delle dita. nessuno costringe quegli etero a frequentare i gay così assiduamente… ma che ci vuoi fare? il mondo non è tutto come te…

          cmq, tornando alla ripugnanza che provi io direi che dovresti farti vedere da un medico perchè credo che lo spettro delle sensazioni che provi sia anormale anche per un omofobo incallito, forse hai qualche problema. forse da bambino tua madre ti ha detto che ha provato quelle cose quando sei nato tu e ora tu senti il bisogno di riversarle verso i gay… non saprei, ma fatti curare.

          ps
          sempre tornando agli etero che secondo te odiano tutti i gay: ma lo sai qual’è la percentuale di persone favorevoli alle unioni gay?
          diciamo attorno al 50% (voi direste il 25%, 30% e io direi il 55%, 60% ma non è questo il punto), secondo il 50% della popolazione in Italia è gay? lol

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