MAURIZIO COSTANZO STOP

Di Caterina Giojelli
13 Gennaio 2005
Senza routine, senza Mastella

«Senza routine, senza Mastella, non percepiremmo l’eccezione. In fondo il tragico si manifesta per differenza. Dobbiamo un qualche grazie alle solite notizie», e ha ragione il Foglio a chiudere così quel 29 dicembre di lettere un po’ risentite circa la varietà di approcci dei media all’indomani dello tsunami. Incameriamo e condividiamo. Quando è sbarcato definitivamente dal trespolo del suo Show dovevamo presagire che l’asse terrestre si sarebbe spostato. L’evitabile, alias Maurizio Costanzo, e la sua Carica dei 101 colorano ogni strumento di “solite notizie”, presiedono le motivazioni più profonde dell’agire umano, che tanto ha bisogno di quel “la” che solo uno spogliarellista o la parrucchiera del reality san dargli. Un “la” che ama sentenziare prima di silicone e poi di virtù. Eh sì, perché c’è modo e modo di fare un’offerta ai maremotati! Secondo l’imbiancato proprietario dei baffi della camicia coi baffi si inizia è filosofando della dubbia integrità di coscienza di chi si collega con i luoghi del disastro la notte di capodanno, per poi guardare compiaciuto il suo trenino di pseudofalliti a manovella stappare lo spumante “senza ipocrisia”, “restituire la voglia di brindisi” in Italia. A cosa?

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