
MEZZIBUSTI IMMORTALI
Ci sono i dibattiti, e i Tiggì, e gli approfondimenti. E ci sono pure loro, quelli che assecondano un’io da saggio-mattone di tremila pagine firmate da certi conduttori nottambuli, immuni a stanchezza e pubblicità, un io che fino a una manciata di secondi prima li ha visti scatenati nello zapping del salotto, eternamente in disaccordo con gli opinionisti di turno, ministri, giornalisti o tuttologi dei giorni nostri che siano (sempre gli stessi). è il paradiso orchestrato dalle “prime donne”, del quale abbiamo bisogno per sentirci originali rispetto a tutti e competenti su tutto. Una trentina di decoder, lettore dvd, dvx e vhs, un rene lasciato per l’home theater e il cristallo liquido, chi ne sa più di noi? Tutto è a portata di click, e un esercito agguerrito di cliccaroli si barcamena tra guelfi e ghibellini delle prime reti, opposte fazioni capitanate da loro, le “prime donne”: il cielo di uno studio al quale erigere la propria Babele, il risiko di fittizi licenziamenti che aprono la strada al Parlamento europeo, la facoltà di elargire esaurimenti nervosi a chiunque lavori con loro. Spesso sono immortali, spesso conducono un Tg su Canale5 o Rete4, spesso li trovi sulla Rai in prima e seconda serata, spesso si licenziano da entrambe le reti, e un paio li rinvieni pure su La7. Diremo di più. Sono immortali.
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