Milan-Barcellona: vi racconto la partita come non l’avete vista

Di Daniele Ciacci
30 Marzo 2012
Meritavamo la vittoria, ma anche un pareggino senza reti è una bella soddisfazione. Almeno possiamo sperare per una settimana. Buona partira dei professori Seedorf e Ambrosini. Meno bene Nocerino e Boateng. Bene la difesa: il miracolo è avvenuto. Ora Santorum può vincere le primarie.

Stamattina, in redazione, la notizia della crisi di Rajoy. Si alza lo spread, e penso: «Non si vuole più investire sulla Spagna». Colpa del Barca che ieri sembrava più anchilosato delle gambe di Bobone Vieri a “Ballando sotto le stelle”. Dal terzo anello, intanto, tra innaffiate di blasfemie e particolari aromi al narghilè, la partita si è vissuta da un’altra prospettiva. Ed era bella (anche se, dal terzo anello di San Siro, dove ero appostato, più che un match di calcio, pareva una partita di subbuteo).

C’è stato un mezzo miracolo. E il miracolo ha un nome: difesa. Bonera, Nesta, Mexes e Antonini: più che un reparto, una barzelletta. Nulla da ridire contro il metronomo Sandro Nesta tempesta perfetta, ma per gli altri non si sprecavano certo i complimenti. Mi immaginavo più confusione che in un discorso di Di Pietro. Invece Bonera contrasta Messi. Davide contro Golia. E lo fa a più riprese. Anche Antonini è scatenato. Purtroppo, il catechismo non gli ha insegnato che superare il centrocampo non è peccato, allora si mette a far legna che neanche Gattuso dei tempi d’oro. Infatti, lo hanno eletto miglior giocatore Uefa della partita di ieri sera. Chi? Antonini! Antonini? Già, Antonini.

Ho scoperto che gli spalti di San Siro rispettano le quote rosa. A destra, a sinistra e davanti a me, una schiera di femmine infuriate contro i blaugrana. Il tutto condito da domande che paiono stupide, ma sono argute: «Perché il Milan gioca con la maglia bianca?», «Ma che capelli ha Robinho?», «Chi è quello lì, come si chiama, Brusquets?». Intanto, però, il Milan è tornato all’attacco, e i due tiri di Ibra e di Robinho fanno sussultare la bolgia infernale del terzo rosso. Soprattutto per il secondo. C’è chi dice, sospirando: «Dopo tutto questo tempo, non è cambiato affatto».

Bravi i senatori Seedorf e Ambrosini. Nocerino l’ho visto un po’ contratto, e anche Boateng. Ma, tutto sommato, credo che il pareggio a reti inviolate sia il risultato migliore. Almeno la speranza può durare un’altra settimana. Concludo: ero felice, l’altra sera, perché c’è stato un momento di armonia tra noi, tifosi rossoneri, e loro, tifosi catalani. Una sola voce si è alzata dal pubblico, grazie a un nome che unisce: Mourinho. Credevo che, finalmente, si fosse aperta una strada per il dialogo. Stamattina, invece, il sito spagnolo sport.es dà fiato alle polemiche. L’arbitro Johan Eriksonn non avrebbe concesso il rigore su Sanchez perché svedese come Ibrahimovic. Io ero al terzo anello e l’ho visto benissimo. Non era fallo.

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