Contenuto riservato agli abbonati
Un giovedì di gennaio. È sera. Pioviggina. Devo raggiungere la Stazione Garibaldi. Il tram non passa. Vado a piedi, decido. Non è lontano. Ed è casa mia, Porta Nuova, dove sono cresciuta.
Quasi le otto. Poca gente in giro, forse per via di quest’acqua. Che pure rende lucente l’asfalto, e specchia i palazzi di vetro. Uno dei rari momenti, questo luccichio di pioggia nella notte, in cui ancora Milano mi affascina.
L’Arco di Porta Nuova. Qui sono proprio a casa: ecco la mia scuola elementare, massiccia, grande, per migliaia di bambini. A quest’ora naturalmente è buia. Mi immagino le aule con il crocefisso sul muro sopra la lavagna, e gli ampi corridoi in cui ci rincorrevamo. Quanto svelti i nostri passi giù per le scale, al suono della campana.
Da qui a Garibaldi è un niente, basta prendere quella piccola via dietro all’Arco che cinquant’anni fa era meglio...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno