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Milano Porta Nuova. Quanta vita si è persa

Di Marina Corradi
02 Marzo 2024
I cortili, le ringhiere col bucato steso: nulla è rimasto. Tutto ora è acciaio e cristallo sotto le vette di grattacieli orgogliosi come guglie di un altro duomo
Vista notturna di Milano Porta Nuova

Un giovedì di gennaio. È sera. Pioviggina. Devo raggiungere la Stazione Garibaldi. Il tram non passa. Vado a piedi, decido. Non è lontano. Ed è casa mia, Porta Nuova, dove sono cresciuta.
Quasi le otto. Poca gente in giro, forse per via di quest’acqua. Che pure rende lucente l’asfalto, e specchia i palazzi di vetro. Uno dei rari momenti, questo luccichio di pioggia nella notte, in cui ancora Milano mi affascina.
L’Arco di Porta Nuova. Qui sono proprio a casa: ecco la mia scuola elementare, massiccia, grande, per migliaia di bambini. A quest’ora naturalmente è buia. Mi immagino le aule con il crocefisso sul muro sopra la lavagna, e gli ampi corridoi in cui ci rincorrevamo. Quanto svelti i nostri passi giù per le scale, al suono della campana.
Da qui a Garibaldi è un niente, basta prendere quella piccola via dietro all’Arco che cinquant’anni fa era meglio non fare, la sera – alberghetti, androni bui – e che ora invece è tutta un wine bar.
Ricordo che una scala, in fondo, porta in Gae Aul...

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