Moretti&C.? Chiedere a Gramsci

Di Fabio Cavallari
26 Settembre 2002
“Siate seri e rispettosi, compagni! In memoria di Gramsci”

Pancho Pardi, Nanni Moretti, Paolo Flores D’Arcais e Paolo Sylos Labini sono alcuni nomi illustri del girotondo permanente. In questi mesi, giornali e Tv li hanno presentati come i nuovi intellettuali della sinistra riformista. Due sono le osservazioni che meriterebbero una seria riflessione. Innanzi tutto, sembra che in Italia per essere considerato un intellettuale sia necessario avere un nome particolare, strano, vagamente aristocratico. Sfido chiunque di voi a trovare un giardiniere, un idraulico o un amico operaio con un nome simile. Insomma uno che si chiama Fabio Cavallari o Nicola Albertella potrebbe fare al massimo il postino o il pusher. La seconda osservazione è di carattere più serio e potrebbe essere riassunta in questa domanda: quando Antonio Gramsci, una delle figure più importanti della sinistra italiana, parlava d’intellettuali e cultura, aveva in mente questa tipologia di intellettuali? Siamo sicuri che egli non li avrebbe definiti «intellettuali di carriera, che costituiscono una casta o un sacerdozio»? La lezione di Gramsci su cultura e intellettualità avrebbe dovuto far riflettere le menti pensanti del fronte progressista. Purtroppo però, nella foga di sbarazzarsi di tutti i pesanti fardelli del passato, la nuova sinistra ha gettato a mare anche quanto andava conservato. Prima di affidare le redini della sinistra a questi personaggi sarebbe meglio riflettere proprio su alcune frasi del politico sardo. «L’errore dell’intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire» e ancora «Gli intellettuali rappresentano per il proletariato una necessità assoluta, sono l’avanguardia di classe». Riflettendo pacatamente, è mai possibile pensare che questi snob borghesi dai redditi milionari possano svolgere questo ruolo? Forse il nuovo “blocco storico”dovrebbe nascere dalla saldatura organica tra Paolo Flores etc. e le classi popolari? Siate seri e rispettosi, compagni! In memoria di Gramsci.

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