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Lo splendore che ispirò il Sommo Poeta

Di Marco Bona Castellotti
15 Giugno 2021
In mostra a Ravenna il patrimonio artistico che Dante poté ammirare durante l’esilio. E che si ritrova nella bellezza dei suoi passi più incisivi
Particolare della Madonna in Trono con Bambino, opera di maestro veneziano-ravennate in mostra a Ravenna
Maestro veneziano-ravennate (fine XIII sec.), Madonna in Trono con Bambino, altorilievo, marmo, 93,5 x 51,5 x 1,95 centimetri, Parigi, Museo del Louvre

Preceduta da alcune mostre didattiche, come “Non sembiava imagine che tace. L’arte della realtà al tempo di Dante”, curata da Gianluca Del Monaco (Rimini 2011), questa bella rassegna ravennate, dedicata alle arti dell’esilio di Dante, a cura di Massimo Medica, dispone di un cospicuo corredo di opere che seguono le tappe dantesche e, iniziando dal contesto fiorentino, sono testimoni della fioritura della cultura artistica tra Due e Trecento, in una ampia zona d’Italia che da Firenze si estende nella Toscana, a Roma, nel Veneto, nell’Emilia e Romagna.

Arnolfo di Cambio (Colle Val d’Elsa ca. 1245-Firenze ca. 1302), Malato alla fonte, XIII secolo, marmo di Carrara, 25 x 54 x 27 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria

Distillata in sottili riferimenti figurativi, vaglia il patrimonio di immagini che si presentavano allo sguardo di Dante in una stagione di splendori paragonabile soltanto a quella che rifulgerà due secoli più tardi ...

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