Napolitano: «I governi Monti e Letta non sono nati per un mio capriccio»

Di Chiara Rizzo
05 Febbraio 2014
Il presidente a Strasburgo parla delle sue dimissioni, di carceri e caso marò

Parlando con gli eurodeputati italiani oggi a Strasburgo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato sulle proteste dei leghisti e sulla richiesta di dimissioni che hanno avanzato all’Europarlamento: quello della protesta «È un diritto che non si nega a nessuno. Non mi sono sentito particolarmente turbato o ferito. C’è un gruppo che ha ritenuto di fare una manifestazione nelle forme che ha scelto. Vorrei che fossero europeisti critici». Napolitano ha poi aggiunto: «Il Parlamento europeo è libero di votare qualsiasi cosa, così come sono liberi di dire la loro i cittadini europei quando vengono chiamati alle elezioni. L’Ue non è a democrazia limitata».

«I GOVERNI NON SONO NATI PER CAPRICCIO». Il presidente ha poi sottolineato che «Si è fatto pensare da alcuni che i governi Monti e Letta siano stati quasi inventati per capriccio del presidente della Repubblica. Non è così. Il rischio era che l’Italia rimanesse senza governo». Napolitano ha aggiunto che «Ho fatto per altro le consultazioni dalle quali non è uscita una indicazione diversa da quella che ho assunto».

CARCERI: «A RISCHIO RISARCIMENTI MILIONARI». Il presidente ha toccato vari argomenti legati alla politica italiana, e in particolare si è soffermato sulle gravi situazioni delle carceri italiane, proprio mentre alla Camera è in discussione il decreto del governo che ieri ha incassato la fiducia. Napolitano ha ammonito che se l’Italia non risponderà alle indicazioni della Corte dei diritti umani, «saranno accolti tutti i ricorsi dei detenuti e lo Stato italiano sarà condannato a pagare cifre enormi, si tratta di centinaia e centinaia di milioni di euro».

CASO MARO’. Il presidente è poi tornato a parlare del caso dei due marò italiani in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in attesa di un processo a New Delhi da due anni. «Sono fratelli italiani» ha esordito Napolitano, proseguendo: «La mia posizione è internazionalmente nota, non perdo occasione per prendere io l’iniziativa con i partner europei e non per sollecitare il loro caso. L’approccio deve essere di interesse comune europeo. Non erano in India né a pescare, né a dare la caccia ai pescatori indiani. Erano impegnati in un’operazione internazionale contro la pirateria».

POLITICHE DI RIGORE. Per Napolitano «Non è perseguibile una politica di ulteriore rigore finanziario a tappe forzate. Serve una svolta, occorre un cambiamento di rotta». Tant’è vero, ha proseguito il presidente, che anche in Europa altri paesi stanno pressando per questa nuova direzione e «Nel Consiglio europeo ci sono condizioni diverse da quelle di due anni fa. Prima si ratificavano di fatto tutte le decisioni di Francia e Germania, ora diversi paesi hanno preso le distanze da questa prassi del fatto compiuto».

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