Napolitano succede a Napolitano. E in piazza i grillini gridano all’inciucio

Di Redazione
20 Aprile 2013
Il primo comunista eletto a capo dello Stato. Il primo a essere rieletto nella storia italiana. Napolitano ci leva dall'impasse e si appresta a dar vita al nuovo governo

Napolitano è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Aveva dato il suo consenso alla rielezione nel primo pomeriggio: «Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta. Naturalmente, nei colloqui di questa mattina, non si è discusso di argomenti estranei al tema dell’elezione del Presidente della Repubblica. Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità».

E così, Giorgio Napolitano, il primo comunista a diventare presidente della Repubblica è da oggi anche il primo presidente nella storia della Repubblica italiana a essere rieletto e a cominciare il secondo mandato (eletto la prima volta il 15 maggio 2006). A sostenerlo la maggioranza di quasi tutti i partiti, e con i suoi 738 voti è il secondo presidente che ha ottenuto più preferenze, dietro alle 832 ottenute da Sandro Pertini alla 16esima votazione. Il Movimento 5 Stelle e Sel si sono invece espressi a favore di Stefano Rodotà (217 voti). De Caprio 8 voti, D’Alema 4, Prodi 2, schede nulle 12, bianche 10.

A quasi 88 anni Giorgio Napolitano si appresta a cominciare il secondo settennato e una fase politica molto complicata che molto probabilmente partirà dalle proposte dei 10 saggi che lui stesso aveva nominato poche settimane fa. Le prime indiscrezioni prevedono un governo Amato, amico personale di Napolitano, anche se le maggiori forze politiche hanno chiesto fin dall’inizio un governo politico di larghe intese. Lunedì alle ore 17 Napolitano presterà giuramento.

Prodi si dice «preoccuato ma non deluso» e intanto fuori dal palazzo monta la protesta dei 5 Stelle: Grillo ha chiamato a raccolta tutti i suoi elettori dicendo di aspettarli tutti davanti a Montecitorio per protestare contro «l’occupazione legale da parte dei partiti». Durante lo scrutinio erano già alcune centinaia i manifestanti in piazza a gridare contro «l’inciucio della politica che vuole salvare se stessa». Ma ormai è tardi, il presidente è Napolitano.

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3 commenti

  1. Stefano

    Ma che commenti, cercate di argomentare. Un inciucio? Ma fatemi il piacere, da sempre l’elezione del presidente si è prestata ad accordi e compromessi. Questa poi non è stata neppure la più lunga, Sandro Pertini per esempio è stato eletto alla sedicesima votazione. Tutto questo fa parte della democrazia, non come sostiene Grillo, per il quale se si eleggeva chi diceva lui era tutto giusto e democratico, differentemente è un golpe. Questo giullare barbuto ha una ben strana concezione della democrazia.
    Ora possiamo discutere sulla persona, ci può piacere o non piacere, ma questa è stata la decisione del parlamento e va accettata, anche perché dopo la già citata elezione di Pertini è quella che ha registrato il maggior numero di consensi e dovrebbe bastare questo per non parlare di golpe, visto che nelle votazioni precedenti i candidati, scelti attraverso gli accordi fra i leader di partito, sono stati bocciati dall’aula, dimostrando che se non c’è il favore della maggioranza non c’è inciucio che tenga. Questa è la democrazia parlamentare.

  2. pikassopablo

    i grillini sbagliano a gridare all’inciucio: trattasi di un INCIUCIONE…praticamente sess de group 😀 ps ciao Giovy 😉

    1. andrea

      Personalmente preferivo Emma Bonino seguito da Gianni Letta. In ogni caso parlare di inciuci è una stupidaggine: un “nome condiviso” è per definizione un nome accettabile e accettato da larga parte degli schieramenti. Napolitano ha preso 730 e spiccioli voti, circa il 70% dei grandi elettori. Un governo lo si deve fare, non è facendo finta di niente che la situazione si risolve.
      E un governo si farà. Considerando poi che a Napolitano è stata chiesta la disponibilità in ginocchio sui ceci forse forse questa volta PD e PDL faranno quello che viene loro chiesto: lavoro, legge elettorale, riforma e trasparenza del finanziamento pubblico.
      Poi su Napolitano si può anche questionare: per me è un fior di presidente, ma anche la prova provata che la classe dirigente (PD in testa) si è incartapecorita, non riesce a trovare energie nuove e quelle poche che trova le ostacola.

      PS. anche Scalfaro è stato eletto al 16 tentativo dopo una guerra fratricida fra democristiani e non certo per senso di responsabilità, ma perchè la mafia aveva appena ucciso Falcone. Evidentemente la classe politica italiana se non ha una pistola alla tempia non muove il culo.

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