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Nasrallah condanna Israele, ma non chiama Hezbollah alla guerra

Di Giancarlo Giojelli
04 Novembre 2023
Il leader del Partito di Dio libanese esalta la strage del 7 ottobre ma sottolinea: «È una operazione al 100 per cento palestinese». Potrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere una svolta
Migliaia di persone a Teheran, capitale dell'Iran, si riuniscono in piazza per ascoltare il discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, su Israele

Hassan Nasrallah ha parlato, per la prima volta dal 7 ottobre. Ed il messaggio è abbastanza chiaro. Non sembra proprio voler allargare il fronte del conflitto, il leader dell’Hezbollah, il Partito di Dio libanese, sciita, legato a filo doppio con l’Iran, alleato degli sciiti filosiriani di Amal ma anche dei cristiani dell’ex presidente Aoun, un tempo, nemmeno troppo lontano, nemico giurato della Siria. Dal Libano si temeva l’apertura di un nuovo fronte, una guerra che travolgesse anche il contingente Onu, e in Israele come in tutto il Medio Oriente il discorso di Nasrallah è stato seguito con il fiato sospeso, mentre parlava anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken, dopo un incontro con Netanyahu.
Nasrallah frena e non allarga il conflitto
Se il 7 ottobre è stato il giorno dell’orrore, e per 27 giorni consecutivi ogni giorno è stato il giorno della guerra e di altro orrore, il 3 novembre sembra il giorno di una possibile svolta (sembra, perché da questi parti la line...

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