NE’ VINTI, NE’ VINCITORI: ALLEATI

Di Gianni Baget Bozzo
01 Luglio 2004
I risultati elettorali delle elezioni delle Province italiane hanno visto la vittoria dell’astensione.

I risultati elettorali delle elezioni delle Province italiane hanno visto la vittoria dell’astensione. Il secondo turno ha visto votare soltanto la metà degli elettori che avevano votato il primo turno. L’affermazione della sinistra è fondata sul non voto: non è una maggioranza che si possa comparare a quella delle elezioni politiche e a quelle delle elezioni regionali.
Da questo a dire, come afferma Bertinotti, che «il berlusconismo è finito», ci corre. Una delle migliori garanzie della permanenza del voto alla Casa delle Libertà è data proprio dall’esistenza di Bertinotti.
D’altro lato, la maggioranza della sinistra si è fondata non sulla proposta politica ma sulla delegittimazione della Casa delle Libertà. Occorre tenere conto che il voto riguardava un ente, la Provincia, i cui compiti sono molto limitati e che quindi non valeva per l’elettorato di centrodestra, che non vota per passione di odio, la perdita di una giornata al mare.
Ciò non toglie che il voto ponga problemi alla Casa delle Libertà, anche soprattutto nei rapporti delle altre forze politiche con la Lega Nord. è molto probabile che, se l’impegno della Lega fosse giunto al primo scrutinio, i risultati sarebbero stati diversi. Inoltre l’orientamento stesso del voto leghista può essere messo in dubbio. La Lega è un partito populista, in cui convengono elementi di sinistra e, in assenza di Bossi, può essere che il fascino della Casa delle Libertà sia stato di scarsa attrazione per elettori che avevano già votato a sinistra.
Questa volta l’assenza di Bossi ha pesato sul voto della Casa: solo Bossi poteva imporre il voto al primo scrutinio, e solo Bossi poteva indurre al voto al secondo scrutinio.
Ciò probabilmente inciderà sul rimpasto di governo che ora Berlusconi intende compiere, rafforzerà sicuramente le richieste sulla politica economica già avanzate da An. An non ha alternativa alla Casa delle Libertà e quindi, se può richiedere oggi un governo in cui i suoi uomini e le sue istanze possano essere maggiormente rappresentate, non ha però altra scelta che mantenere l’alleanza, superando anche le critiche rivolte alla Lega. I poteri del ministro Tremonti saranno diminuiti ma in realtà il suo dicastero comprende otto vecchi ministeri e quindi un certo pluralismo in quel campo è sicuramente benvenuto. Un riequilibrio verso il Sud deve anche apparire nelle immagini, anche se è avvenuto nei fatti: il Sud è la parte d’Italia che ha maggiormente sentito il beneficio della crescita.
La coalizione giunge a un momento di prova che le elezioni provinciali non hanno determinato ma che preesisteva ad esse. Forse sarebbe stato meglio se la “verifica” fosse avvenuta prima delle amministrative.
Il popolo di centrodestra ha tenuto in condizioni difficili ed ha quindi il diritto che il rimpasto del governo Berlusconi avvenga rapidamente e nella forma più tranquilla possibile. Dal rimpasto non debbono uscire né vincitori né sconfitti, ma deve apparire rinsaldata l’unità della Casa delle Libertà. Tutta la Casa ha scelto con Berlusconi la via della solidarietà occidentale, cambiando il volto dell’Italia nel mondo. Non è possibile che il voto delle province possa far perdere livello all’immagine che il governo Berlusconi si è costruito nel mondo.

bagetbozzo@ragionpolitica.it

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