
Nel 2050 non mangeremo più carne: ci sarà troppa poca acqua (e troppi cinesi)
Entro il 2050 saremo tutti vegetariani. Non è un tentativo di Umberto Veronesi di omologarci tutti al sacro detto “verde è bello” – evitando qualunque riferimento leghista –, bensì una necessità, un’azione coatta per garantirci la sopravvivenza. Uno studio dello Stockholm International Water Institute, per opera del professor Malik Falkenmark, lascia pochi dubbi. L’incremento demografico, unito a un certo appianamento delle condizioni economiche – i paesi ricchi sono in preda alla crisi, quelli in via di sviluppo decisamente avanzati –, potrebbe portare a un cambiamento di “mentalità”: cinesi e indiani, con una dieta essenzialmente basata su prodotti vegetali, potrebbero iniziare a consumare carne come un occidentale qualsiasi.
Il problema non è strettamente dietetico. Il consumo di acqua per allevare animali è dieci volte maggiore di quello necessario per la coltivazione, a parità di valore nutrizionale dei prodotti assorbiti durante i pasti. Per cui, il decisivo e costante aumento delle temperature, in linea con la scarsità di risorse idriche, condurrà a un cambiamento delle abitudini alimentari. Male male male. Basta porchetta, basta sagre di paese a base di lambrusco e salamella. Dovremo acquistare insalatine e prodotti di soia: è tempo di tirare la cinghia. Quindi, cari amanti della bistecca, abbuffatevi finché potete, perché nel 2050 non avrete neanche uno spiedino.
Per non dire addio alla carne, dovremmo avere più acqua. Ma i ghiacciai della Groenlandia si assottigliano. Secondo tanti studi accademici lo spessore della superficie artica è sempre più sottile, entro il 2100 il livello del mare aumenterà di 3 metri. Prepariamoci dunque ad abbandonare Venezia, New York, gli atolli caraibici e indonesiani. L’insalatina potremo gustarla solo a Milano dove, sia detto tra parentesi, farà sempre più caldo per colpa del riscaldamento globale ad opera dell’inquinamento atmosferico, dell’ingrossamento del buco dell’ozono, dello sviluppo industriale dei Brics, così disinteressati al futuro del pianeta. E poi c’è l’inversione del campo magnetico terrestre, fenomeno misterioso che espone il pianeta a radiazioni di qualunque forma. Insomma, a partire dal 2050 secondo gli scienziati la vita sarà un inferno. Sempre che si sopravviva al governo Monti.
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3 commenti
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figuriamoci se non si deve infilare una mini polemica (su monti) in un articolo che di polemico di per se non aveva nulla. Ormai tra tempi e il fatto quotidiano non c’è più nessuna differenza…ognuno crede di avere la verità in mano e va per la sua strada credendosi il meglio…fortunatamente il meeting ci ha mostra altre possibilità!
il Sig. Colombo ha ragione.
I’ll suo intervento mi sembrava fatto da una persona intelligente sino a quando ho letto la frase “sempre che si sopravviva al governo monti” ……ma che vuol dire ? Perche’ posizionare in questo modo le cose ? Per voi di tempi era forse meglio I’ll governo precedente che faceva “del senso religioso ” il suo pilastro fondamentale ????