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Niente si può dare per scontato nell’anno della prova per la democrazia

Di Lorenzo Malagola
26 Febbraio 2024
Secondo l’“Economist” solo in 43 nazioni sulle 76 che andranno al voto nel 2024 saranno garantite elezioni libere. L’Occidente farà bene a prendere coscienza del dato senza inseguire illusioni
Protesta davanti alla Casa Bianca contro la guerra a Gaza, 4 novembre 2023
Protesta davanti alla Casa Bianca contro la guerra a Gaza, 4 novembre 2023 (foto Ansa)

Il 2024 verrà ricordato come l’anno della più vasta tornata elettorale della storia moderna. Tra elezioni politiche e amministrative si recheranno alle urne più di 4 miliardi di persone, il 51 per cento della popolazione globale. Tutti i continenti saranno toccati: dalle Americhe, con Stati Uniti, Messico e Brasile, passando per l’Unione Europea, con le elezioni al Parlamento europeo, e l’Africa dove saranno chiamati al voto 18 paesi, fino alla Russia, ai giganti asiatici come l’India e il Bangladesh e all’Australia.

Quale equilibrio uscirà dal voto è uno degli interrogativi più complessi cui politologi e analisti stanno provando a rispondere. Sono almeno tre i fattori da considerare. Innanzitutto, la distinzione tra elezioni libere e quelle campagne elettorali che si svolgeranno in condizioni democratiche ibride o in contesti autoritari. Secondo l’Economist, solo in 43 nazioni sulle 76 al voto saranno garantiti i pieni requisiti democrat...

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