
«I cristiani di Maiduguri stanno pagando il prezzo della loro fede»
Ancora violenze in Nigeria, ancora Boko Haram. Il gruppo terrorista islamista non perde occasione per sferrare i suoi attacchi mortali. Ormai quelli che avvengono la domenica, giorno di festa cristiano, sono quasi un rito. È accaduto di nuovo a Maiduguri, capitale dello Stato nord-orientale di Borno, dove Boko Haram ha compiuto attentati a Potiskum e Gombe. Il bilancio sarebbe di una quindicina di vittime e una quarantina di feriti.
Come purtroppo troppo spesso è accaduto, le difese preposte dall’esercito nigeriano sono risultate totalmente insufficienti. I Paesi dell’Unione africana auspicano la formazione di un contingente di 7.500 uomini per fermare i fondamentalisti e il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, temendo che il conflitto si allarghi anche oltre i confini nigeriani, ha detto che «la guerra dei Boko Haram mette in pericolo la sicurezza nazionale, regionale e internazionale».
«IL PREZZO DELLA FEDE». Padre Gideon Obasogie, responsabile delle comunicazioni della diocesi di Maiduguri, parlando alla Radio Vaticana, ha detto che «gli abitanti di Maiduguri stanno attraversando momenti molto duri a causa delle violenza selvaggia di Boko Haram. Gli attacchi sono diventati ancora più frequenti mano a mano che i terroristi si avvicinavano alla città. I cristiani di Maiduguri stanno veramente pagando il prezzo della loro fede. Questa è la seconda domenica nella quale siamo stati costretti a posticipare la Messa oppure a non parteciparvi affatto. Non possiamo neppure tenere una riunione domenicale per ringraziare Dio per il suo amore e in particolare per pregare perché le imminenti elezioni siano pacifiche: le minacce sono diventate insopportabili. Mi chiedo quando tutto questo finirà. È possibile che, come nazione, non abbiamo la capacità di far finire tutto questo?».
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