
Nigeria, Mauro: «Ue e Onu immobili, temono di urtare i Paesi islamici»
«Il punto è che, sia all’Ue come all’Onu, non si solleva la questione della Nigeria per timore di urtare la suscettibilità dei Paesi islamici». Suonano chiare le parole di Mario Mauro, intervistato oggi da Avvenire in seguito all’ennesima strage che, nel Paese africano, ha portato alla morte di 19 cristiani. Due giorni fa un commando del gruppo terroristico Boko Haram ha fatto irruzione in una chiesa, la Deeper Life Bible church, sparando ad altezza d’uomo sui fedeli presenti tra le panche.
L’europarlamentare, da sempre impegnato nella difesa dei cristiani laddove sono in minoranza, punta il dito contro l’immobilismo di Unione Europea e Onu. «Noto con rammarico che nemmeno una delle riunioni settimanali dei rappresentanti dei 27 stati Ue membri dell’Onu è stata dedicata alla questione. Né se n’è fatto carico il rappresentante a New York dell’Alto rappresentante per la politica Estera Ue Cathrine Ashton». Mauro spiega che ci vorrebbe «un’agenda comune Ue per condizionare il dibattito al Palazzo di Vetro e fare pressione sul governo nigeriano affinché attivi il suo esercito, che è uno dei migliori del mondo, a difesa delle minoranze».
Invece prevale l’attesa, favorita anche da una erronea immagine di questo conflitto offerta dai giornali: «Si preferisce, soprattutto da parte dei media anglosassoni, parlare di una presunta guerra civile fra opposti estremismi. È falso: in Nigeria non c’è una guerra tra fazioni, c’è solo un gruppo terroristico che colpisce, peraltro anche i musulmani. Mentre non risulta alcun gruppo cristiano che colpisca gli islamici». In più, ci sono numerosi interessi economici, che a detta di Mauro per questi gruppi contano più anche della religione: «Non è una guerra religiosa, ma un conflitto per nuovi assetti di potere, legati anche qui alla questione delle ricche royalties petrolifere».
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