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Non è Pashinyan, ma l’Occidente che ha tradito l’Armenia

Di Renato Farina
27 Maggio 2023
Bene i negoziati di pace, ma servono garanzie internazionali o il lupo azero divorerà un pezzo alla volta cappuccetto armeno. La storia dell’Esodo insegna
Il premier dell'Armenia, Nikol Pashinyan

Gli alberi piantati e dedicati nel parco di Villa Borghese a Roma, il più bello di tutti i giardini, al capostipite degli Aliyev, nonché promotore di pogrom azeri contro gli armeni (vedi la scorsa rubrica) sono legni che ci battono sulla testa, qui sulla riva del lago di Sevan. Il Nagorno-Karabakh è vicino al villaggio di noi Molokani. Idea! Perché deputati e dignitari italiani partecipi di quell’evento non vengono a rimuovere il blocco che impedisce di portare pane e medicine ai 120 mila armeni presi per fame e malattia? Almeno guardare. Sarebbe formidabile, e almeno un pochino bypartisan.
I negoziati avvelenati tra armeni e azeri
Intanto notizie dolci avvertono di negoziati ad alto livello e con mediatori di rango (Unione Europea, poi Russia) per dar corpo a una pace vera tra Armenia e Azerbaigian, e salvare il Nagorno-Karabakh (il nostro Artsakh) dal genocidio o dalla schiavitù. I governanti armeni registrano progressi. Si parla ufficialmente di progressi. Il presidente Ilham Aliyev...

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