Non pagò gli alimenti alle figlie. Processata a sua insaputa, madre finisce in carcere

Una signora di mezz'età è stata condannata a due mesi di carcere perché non ha versato un assegno di 600 euro all'ex coniuge

Una signora di mezza età, E. F., è stata portata nel carcere di San Vittore, perché condannata a due mesi di detenzione dal Tribunale di Milano per non aver versato all’ex coniuge l’assegno per gli alimenti alle figlie. Lo riferisce oggi Il Giornale.

GIUSTIZIA LUMACA. La condanna a due mesi di detenzione – senza la condizionale – riguarda fatti commessi nel gennaio del 2004. La donna, divorziata, originaria dell’Emilia, non avrebbe pagato alle sue due figlie l’assegno mensile di 600 euro. Le accuse, per otto anni, sono state portate avanti dalla Procura di Potenza (che nonostante la lievità del reato, non ha chiesto l’applicazione della legge “Svuota carceri”).

PROCESSATA A SUA INSAPUTA. La sentenza è del marzo 2012 e non è mai stata impugnata perché la signora non sapeva neppure di aver subito un processo. Tutte le notifiche erano arrivate al legale che l’aveva difesa parecchi anni prima in un’altra vicenda, il quale si è limitato a girare le raccomandate all’indirizzo dove non abita più da anni. Quando poi la donna è stata contattata a febbraio dalla questura nel suo nuovo domicilio milanese, per protesta ha deciso di non chiedere gli arresti domiciliari. Così, mercoledì scorso, è stata convocata in commissariato e da lì accompagnata a San Vittore. La signora da tre giorni è in sciopero della fame.

Exit mobile version