I paesi del Nord Europa varano misure sempre più drastiche per smantellare le pericolose «società parallele» che prosperano nelle aree a maggioranza straniera. E a volerle non sono i partiti xenofobi, ma gli stessi progressisti tanto fieri (fino a ieri) delle loro porte aperte
L'intervento della polizia durante un festival eritreo degenerato in violenza e atti vandalici in un sobborgo di Stoccolma l'estate scorsa (foto Ansa)
Ministri dei paesi nordici si incontrano per due giorni a Copenaghen e decidono di coordinare le proprie politiche in materia di espulsione dei richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta: d’ora in avanti Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia organizzeranno insieme i voli di rimpatrio, con l’assistenza di Frontex, per rispedire nei paesi di origine gli stranieri che non hanno più il diritto di soggiornare sui loro rispettivi territori.
In Germania il Consiglio dei ministri approva un giro di vite nei riguardi degli stranieri colpiti da decreto di espulsione che fanno perdere le proprie tracce e restano nel paese: sarà legale perquisire alloggi collettivi per migranti camera per camera per individuarli e arrestarli, e i termini di detenzione in attesa del volo di rimpatrio saranno estesi da 10 a 28 giorni.
In Svezia gli esponenti dei tre partiti di governo e dei Democratici svedesi, la formazione della destra radicale che appoggia l’esecutivo dall’esterno, hanno fatto s...