Non smetteremo di denunciare lo scandalo dell’aborto

Di Angelo
22 Settembre 2019
La lettera di uno dei promotori del comitato No 194 sull'iniziativa di domenica in piazza san Babila a Milano

Nell’indifferenza generale con cui è ormai trattato il tema dell’aborto e della sua applicazione con la legge 194, c’è un gruppo di irriducibili (il comitato No194) che, periodicamente, non rinuncia a denunciare lo scandalo dell’interruzione della vita nascente. Domenica 22 settembre si sono ritrovati sotto un gazebo in piazza san Babila a Milano per distribuire volantini ai passanti. Questa che segue è la lettera di uno di loro.

Non è vero che a questo mondo non è rimasto nulla di sacro. È rimasta infatti un’ultima cosa intoccabile: la legge 194. Tutti i politici (e perfino certi dirigenti di associazioni pro-life) prima di poter aprire bocca e sperare di essere presi in considerazione, devono fare opera di sottomissione al nuovo “sacramento”. E dichiarare che “la legge 194 non si tocca”.

C’è però qualcuno che non ci sta. Sono gli irriducibili del Comitato No194. Non ce la fanno proprio ad inghiottire il rospo e considerare questa legge “pro-life”. Perché non è vero.

Domenica 22 settembre sono stato tutto il giorno in piazza San Babila distribuendo volantini ai sorpresi passanti, dove stava scritto quanto segue:

Recita così la legge 22 maggio 1978, n. 194  all’art. 5:

“… il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza sulla base delle circostanze di cui all’articolo 4, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l’avvenuta richiesta, e la invita a soprassedere per sette giorni. Trascorsi i sette giorni, la donna può presentarsi, per ottenere la interruzione della gravidanza…”.

Avete letto bene? Basta la “richiesta” della donna (o di chi le sta dietro nello spingerla a questo passo) per giustificare l’aborto. Una uccisione legalizzata, senza processo e senza appello a completa discrezione di chi la vuole. Basta il desiderio di una persona, motivato in base alla propria insindacabile valutazione, per poter sopprimere un’altra persona.

Come se al vostro vicino di casa fosse dato il potere di eliminare voi, se gli state antipatici. E nessun processo sarà possibile. Anzi lo Stato gli pagherà l’uccisione e gli fornirà il killer.

Questa legge è veramente una bestialità. Contro ogni principio etico e giuridico. 

È vero che l’ art. 1 della stessa legge 194 sancisce la “tutela della vita umana dal suo inizio”, ma sono solo affermazioni generiche, vanificate dall’art. 5 e successivi, che danno la completa discrezionalità alla “richiesta della donna” nei primi 3 mesi. E anche dopo i 3 mesi, di fatto l’ aborto viene ammesso “quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro…”. Quindi basta la diagnosi di una possibile malformazione del bimbo per giustificare l’aborto anche dopo i 3 mesi. Una forma di eugenetica. Non per nulla da noi non nascono quasi più bimbi down, non perché non vengono concepiti, ma perché vengono uccisi prima di nascere!

Chi è contro l’aborto viene accusato di essere “medioevale”. Ma chi ha partorito questa legge torna molto più indietro nel tempo. Sta tornando all’età della pietra e alla legge della giungla!

Aveva proprio ragione Santa Teresa di Calcutta, che diceva che l’aborto legalizzato è il più grande distruttore di pace perché se una madre può uccidere il proprio bambino (con la complicità di medici, ospedali, consultori, ecc.) chi impedisce a me di uccidere te e viceversa?

Insieme al gazebo è stata allestita una mini-mostra itinerante con disegni e slogan anti-aborto di tutte le parti del mondo. La porteremo in giro negli oratori e nelle scuole (dove ce lo permetteranno).

Prossimo appuntamento il corteo a Milano il 19 ottobre. Ritrovo ore 15 Piazza Cadorna.

Angelo

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